Ed eccoci al sesto appuntamento del mercoledì, seduti comodi? O siete in metropolitana mentre andate al lavoro? O direttamente al lavoro? Bene, ovunque voi siate (mi sento tanto Nunzio Filogamo), bentornati e andiamo ad iniziare.   Si comincia subito con Jamie Goode che dal suo blog invia una immaginaria lettera: E così, non ti piace il vino naturale. Il post è molto gradevole, una presa in giro ironica e graffiante dei soloni del vino che ti dicono che il vino naturale non è vero vino, che non possono farlo come dicono, e insomma le solite cose. E finisce sarcasticamente la lettera dicendo: “…se molti si lamentano del tuo giudizio negativo sul vino naturale, agisci come se fossi tu l’unico ad essere perseguitato. Come osano dire che il tuo palato non è abbastanza sofisticato per apprezzare il vino naturale?” Già, come osano?   Il Wall Street Journal, nella sezione Life&Culture, dedica un post alla Grecia, a cui ormai tutto l’occidente guarda con apprensione, con stizza o con simpatia. Però William Lyons (@Will_Lyons) dopo aver bevuto una bottiglia di Assyrtiko di Santorini, ne parla con Mark Squires che cura per The Wine Advocate la regione dell’Europa del sud-est. E Squires gli conferma che si, i vini della Grecia hanno grandi potenzialità ma ancora non hanno la notorietà di Merlot e Chardonnay (bella forza). La Grecia salvata da Robert Parker jr?   Nella sezione inglese del sito di Nomacorc, grande azienda produtrice di tappi, un post interessante su Ossidazione e Riduzione, argomento che non fa mai male rispolverare, soprattutto se siete ai vostri primi calici ed avete sempre bevuto vini perfettini.  


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  Su The Drink Business, Lauren Eads parte da uno studio della Bristol University per dirci che un bicchiere di vino durante un appuntamento galante, vi regalerà un viso ed un sorriso più interessanti e vi renderà, alla fine, più attraenti. Si, credo sia vero, e soprattutto dopo tre o quattro, tutto il mondo vi sembrerà bellissimo. Giuro.   Un pelo più serio l’articolo, sempre su TDB, sulla crescita dello 0.7% delle esportazioni di Champagne nel 2014, con il Regno Unito in testa ai Top Buyers con oltre 32,6 milioni di bottiglie acquistate. Difficile arrivare a queste cifre, con il Prosecco, ma a Valdobbiadene si stanno attrezzando coltivando viti di glera anche nei vasi sui balconi.  

Preoccupante invece la notizia lanciata dal Mail Online che in Inghilterra siano state trovate delle viti malate in alcune serre del Sussex e del Kent, quattro virus che stanno praticamente distruggendo le uve da vino, provocando la perdita fogliare delle viti e l’aumento dell’acidità degli acini. Certo una notizia poco gradevole, soprattutto ora che il Surrey sta pensando di chiedere la prima denominazione d’origine inglese. In bocca al lupo ai vignaioli inglesi.

Su Winesisterfood, quattro consigli per un evento di degustazione abbinando vini e formaggi. Particolarmente utile l’ultimo suggerimento: Divertitevi!

Non sapete come farvi passare il mal di testa dopo aver bevuto troppo? Tranquilli, c’è una ricetta peruviana che, dicono, vi rimetterà al mondo. Il ceviche è una ricetta a base di pesce e frutti di mare, marinati nel limone, con l’aggiunta di peperoncino e coriandolo. Preparatene una buona porzione, buttate il pesce e bevete la marinatura. Pare che a Chicago in alcuni locali vi offrano anche uno shottino a base di marinatura di ceviche.

Il solito video per finire la lettura, sulla produzione dello Champagne, a cura di Frédéric Sonzogno di Terre de Bulles. Nella playlist, a mio avviso il più interessante è il numero 7/10.

Buona visione e a mercoledì prossimo!

 

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