Fino ad ora il vino italiano in Cina, pur ben apprezzato, fino ad ora non ha avuto un risultato di esportazioni adeguato alla sua qualità.
Francia e Australia sono i primi fornitori di vino in Cina, terzo il Cile e Italia solo quarta, tallonata dalla Spagna. I ritardi nelle strategie di mercato non hanno migliorato la situazione, ed il notevole appeal che tutto sommato il vino italiano ha nei paesi dell’Estremo Oriente non è stato sfruttato.
Nel 2018 la Cina ha importato 6,87 milioni di ettolitri per un valore totale di 2,85 Miliardi di $.
- Paese Volume (milioni di litri) Valore (Milioni $)
- Francia 178,83 1.058
- Australia 119,3 723,25
- Cile 74,67 269,7
- Italia 36,03 168,4
- Spagna 61,2 162,1
- Stati Uniti 12,8 75,5
- Sud Africa 9,8 32,9
- Nuova Zelanda 2,52 28,77
- Argentina 5,23 26,18
- Germania 5,17 25,8
(fonte The Drink Business)
Strategia per il vino in Cina
L’industria del vino è cosciente di questo, ora sarà necessario mettere d’accordo tutto l’arcipelago di associazioni e consorzi sulle necessarie strategie di marketing. All’ultimo Vinitaly naturalmente si è parlato molto di Cina, coinvolgendo anche l’Istituto Confucio dell’Università di Milano e lo stesso ateneo.
Primo obiettivo, le differenze linguistiche. Ad aprile è stato pubblicato il primo Dizionario bilingue italiano-cinese dei vini e delle viti per le edizioni del Gambero Rosso. Come ha fatto notare Bettina Mottura, co-autrice del dizionario, nonché professoressa di lingua e cultura cinese all’Università di Milano, nel settore dedicato al vino dei grandi supermercati cinque scaffali sono dedicati al vino francese. Il vino italiano viene mostrato in appena mezzo scaffale, e rendere familiari le etichette al consumatore cinese è fondamentale.
Non c’è bisogno di differenziare tra i vini piemontesi, toscani, siciliani o altro. Con una maggiore comprensione del prodotto e una domanda più alta, tutte le regioni ne beneficerebbero (Lorenzo Tersi, consulente commerciale per l’industria del vino)
Sull’esempio di Wine of Australia e Wine of Chile, anche Vinitaly ha organizzato a maggio un tour in quattro città cinesi, Beijing, Guangzhou, Xian e Zhengzhou. Verranno presentati quasi 500 vini da 50 produttori da Piemonte, Toscana, Sicilia, Puglia e Veneto; l’evento di Xian ha fatto registrare 350 partecipanti.
Mercato del vino e web analytics
La scelta delle tappe non è stata completamente casuale, ma frutto di una ricerca di analytics sul traffico web del sito di Vinitaly proveniente dalla Cina. Sono Pechino, Zhengzhou e Shanghai le città da dove proviene il maggior numero di visitatori virtuali, che vanno trasformati in acquirenti e winelovers del vino italiano.
La strategia di marketing dovrà sfruttare anche il traino dei prodotti italiani del settore moda, che in Cina vanno molto bene, per illustrare il vino come un prodotto fashion.
La frammentazione degli sforzi commerciali è una delle cause della presenza non adeguata del vino italiano in Cina; spesso la commercializzazione ed il marketing avvengono a livello regionale anziché nazionale, moltiplicando le spese e spesso vanificando gli sforzi. Questo però è il problema tipico del vino italiano, più interessato alla concorrenza regionale che alla conquista di mercati promettenti ed avviati.
Enoturismo, e-commerce e servizi
Un altro settore per migliorare la quota di vino italiano in Cina è sicuramente l’enoturismo, approfittando dell’aumento dei visitatori cinesi nel nostro paese. L’idea dovrebbe essere quella di intercettare i gruppi turistici con proposte di visite in cantina, offrendo però nel contempo un servizio di alto livello. Meglio ancora, organizzare direttamente dalla Cina viaggi dedicati alla scoperta dei territori enologici dell’Italia, offrendo soluzioni di alloggio nei molti alberghi diffusi del nostro Paese ed approfittando dei paesi in via di abbandono.
Ultimo ma non certo per importanza, è il settore del commercio online, molto sfruttato dai cinesi. Migliorare i servizi web, offrire un unico punto di acquisto in Italia per l’e-commerce del vino e soprattutto un servizio di trasporto e reso che sia all’altezza dell’importanza del mercato. Sfruttare il sito locale Alibaba è una via, ma ancor più importante dovrebbe essere fidelizzare il cliente ad acquistare sul sito di e-commerce dell’azienda.
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