Tra i vini aperti durante le feste di Natale segnalo senza ombra di dubbio il Pouilly-Fumé La Levée 2013 di Alexander Bain.

I vini di Bain sono tra i migliori bianchi della Loira che io conosca, grazie alla perfetta collaborazione tra uva, terreno e vignaiolo. Stiamo parlando di Sauvignon e di Tracy-sur-Loire, una piccola cittadina proprio di fronte a Sancerre, dall’altra parte della Loira.

La zona è quasi completamente monovitigno, Sauvignon appunto, ma non è sempre stato così; prima della filossera, nel XIX secolo, il vitigno più coltivato era il Gamay, ma non era l’unico. Dopo la quasi distruzione del patrimonio viticolo della zona, il Sauvignon risultò il vitigno più robusto e ben presto prese il sopravvento, grazie soprattutto al gradimento di clienti e ristoratori.

Il territorio

Il terreno calcareo, costituitosi 135 milioni di anni fa, è coperto da uno strato di terreno argillo-sabbioso (cosa che ha limitato la diffusione della filossera), e le caratteristiche del suolo riescono a dare un particolare senso minerale ai vini.

E’ proprio la caratteristica della mineralità che Bain sottolinea nei suoi vini, lamentandosi che gli enologi misurino l’acidità ma non il contenuto minerale. Su questo, come sapete, la questione è dibattuta, sul fatto che la caratteristica minerale non sia una qualità misurabile, o che sia solo una sensazione.

Fatto è che di sicuro in questo Pouilly-Fumé la componente pietrosa, minerale, è particolarmente evidente nel Sauvignon di Bain.

Alexander Bain

Le viti hanno circa 40 anni, non vengono usati medicinali chimici, grazie anche al suolo che si comporta molto bene con il solo rame. Produzione di 20mila bottiglie l’anno, densità di 6000 ceppi/ha e resa di 33 hl/ha sono tra le caratteristiche di questo vino, e non meno importante è il cavallo con cui Alexander Bain lavora il terreno. Attorno alle vigne crescono cespugli di fiori e pomodori, mostrando così l’ottima salute del suolo.

Affinamento in acciaio per 17 mesi e viene poi imbottigliato, ed è qui l’unico momento in cui vengono aggiunti i solfiti, 15 mg/l.

Il Pouilly-Fumé Le Levee 2013 è stato messo in bottiglia a marzo 2015, ed è la nuova cuvée della cantina al posto della Spring 2011 che abbiamo già commentato e degustato su questo blog.

Le note di degustazione

Colore giallo oro, pulito e trasparente, a tratti luminoso.

Il naso è ampio, tutto teso agli aromi di miele, mela cotogna, kiwi, erbaceo e minerale, con un insieme di profumi che salgono ordinati al naso e ben evidenti, non intensi ma ben definiti.

Alla bevuta (consiglio di lasciare il vino nel bicchiere almeno venti minuti) è immediata l’evidenza della materia prima, un vino strutturato e fresco, di mineralità spiccata nei sentori di grafite e addolcito dalla mela verde, in completa assonanza con quanto sentito al naso. Finale discretamente lungo, con una retrolfazione speziata.

Gli abbinamenti del Pouilly-Fumé

Un vino adatto ad abbinarsi con molti piatti.

Sicuramente ottimo l’accostamento con salmone affumicato cosparso di uvetta, il vino pulisce e ravviva il palato, sposandosi benissimo con la dolcezza dell’uvetta.

Spettacolare con le ostriche, va bene con i crostacei, ad esempio un gamberone avvolto in una fettina di lardo di Colonnata.

Anche il pollo al limone ed erba cipollina può esaltarsi con questo vino, così come formaggi di capra freschi spalmati su una tartina di pane al sesamo.

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