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Aumenta il valore di un vino sempre più apprezzato: Il Barolo

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È certamente una delle tipicità più famose del Belpaese: un prodotto enogastronomico importantissimo per la cultura piemontese e italiana, oggi ancora più valorizzato.

Si parla del Barolo, prestigioso vino recentemente salito agli onori della cronaca per via di un rapporto di Coldiretti, che ha segnalato, in occasione del Vinitaly 2019, come il valore medio di un vigneto langarolo abbia superato quello di un’isola delle Bahamas delle stesse dimensioni.

Una statistica sicuramente curiosa, ma che evidenzia come la qualità – e le potenzialità economiche – di questa tradizionale bottiglia siano oggi più evidenti che mai. Insomma, il ‘re dei vini, e il vino dei re’, come viene storicamente chiamato, conferma il suo prestigio all’interno della ricca offerta enoica nazionale, donando di riflesso valore al suo territorio di appartenenza: le Langhe. Sono proprio queste pittoresche colline, nell’area orientale della provincia di Cuneo, il fulcro della produzione del Barolo DOCG. Prodotto a base di uva Nebbiolo, le sue origini risalgono al Medioevo. È però dal XIX secolo che questo vino ha sviluppato le caratteristiche che lo rendono oggi un’eccellenza di grandissimo spessore. Molto lo si deve a Camillo Benso di Cavour, padre del Risorgimento italiano che capì le grandi potenzialità economiche e qualitative del vino piemontese.

Altra grande tappa nella storia di questo rosso è l’introduzione, a partire dagli anni ‘70, di tecniche di produzione e stoccaggio dalla Francia, pensate per renderlo più appetibile per il mercato.

Le migliori bottiglie di Barolo

Sono diverse le cantine e le annate che hanno fatto la storia dell’offerta enologica italiana, vere e proprie pietre miliari per gli appassionati, i curiosi e i collezionisti.

La prestigiosa rivista WineSpectator dà un voto di 98/100 alla storica annata del 1996, annoverandola tra i vini piemontesi migliori di sempre, assieme ad altre annate eccezionali come la 2001, la 2010 e la 2013. Su Forbes, l’esperto enologo Tom Hyland cita le bottiglie riserva della cantina Massolino, consigliate specialmente ai “sostenitori del Barolo tradizionale”.

Altri assoluti punti di riferimento della tradizione per appassionati e cultori sono Bartolo Mascarello, Giuseppe Rinaldi e Cappellano. Le recenti ottime annate secondo l’enoteca CallmeWine.com per le bottiglie di Barolo sono la 2010, la 2013 e la 2015, in grado di garantire un ottimo potenziale di invecchiamento.

Il rosso piemontese sulla tavola

Si tratta di un vino famoso per sostenere con gusto i sapori tipici della cucina locale. Un accoppiamento classico è quello con i tartufi, altra specialità del territorio piemontese, oltre che con le carni, i piatti a base di funghi, e i formaggi stagionati. Non mancano comunque abbinamenti più audaci: il Barolo Chinato può accompagnare il cioccolato e andare a comporre un cocktail di sapori e aromi estremamente caratteristico. Questa particolare tipologia, apprezzata per il particolare sapore dolce-amaro, è la bevanda ideale per un dessert all’insegna della tradizione e dell’enogastronomia nostrana.

Il Barolo è oggi riconosciuto come un prodotto dalle caratteristiche uniche, sempre più apprezzato anche all’estero, come testimoniano i numeri delle esportazioni oltreconfine. Non stupisce dunque l’aumento del valore dei vigneti, un risultato positivo e importante per una delle DOCG più famose della produzione enologica italiana. L’auspicio è che la passione delle cantine locali e la capacità del consorzio di valorizzare queste bottiglie possano alimentare e sostenere un trend importante per il prestigio dell’enogastronomia nazionale, e per l’economia del territorio langarolo.

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