bicchiere_rottoNon ho avuto modo di conoscere Simone in modo approfondito, ci siamo visti solo una volta ad una degustazione.

Due parole sui vini che stavamo bevendo (“che hai nel bicchiere?“), poco altro. Però finalmente avevo potuto concretizzare il contatto che avevo sui vari social network; qui termina la mia conoscenza di Simone Morosi ed ormai non posso più approfondirla.
La sua scomparsa ha colpito anche me come i tantissimi altri che, a vario titolo e genere, ruotano attorno al mondo del vino, dal blogger al distributore, dal ristoratore all’enotecaro, al semplice appassionato.

Il mio lavoro consiste nel fare da tramite tra una bottiglia di vino e la tua bocca, c’è scritto nel profilo di Twitter.

Così, questo post è più catartico che commemorativo, serve a me per fissare i soliti pensieri che arrivano di fronte alla morte, probabilmente retorici ma, personalmente, necessari.
Ti fermi a pensare, la morte è il grande Stop, costringe chi resta a cambiare sogni, abitudini, programmi.
Fa capire a tutti che forse sarebbe meglio rallentare per godersi il panorama, che bisognerebbe apprezzare al meglio una giornata di bel tempo, che non dovremmo rimandare un appuntamento, che dovremmo regalare più sorrisi.
Non a cominciare da domani, ma da adesso, carpe diem, del doman non v’è certezza, lunga e diritta correva la strada, niente di nuovo sul fronte occidentale.
Stairway to Heaven.
Addio, Simone: se esiste il paradiso dei wine lovers sicuramente sarai in ottima compagnia.

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