Quando ho letto questa storia l’ho trovata simpatica, un tizio un po’ disadattato che si intrufola dentro Buckingham Palace e si beve una bottiglia di vino.

Siamo nel 1982, e Michael Fagan a 34 anni era già un mezzo fallito. Diceva di fare il pittore, il decoratore, ma a parte qualche giornata in una ditta, non era proprio abituato a tenere i pennelli in mano.
Sarà stata la condizione familiare, sarà stata la sua predilezione per certi funghetti allucinogeni, insomma era più il tempo che passava fatto che quello a mescolar vernici; era già stato in prigione per piccoli fatterelli. Due anni dopo i fatti che vi racconto fu arrestato per aver picchiato un poliziotto che gli aveva intimato di smetterla di far rumore mentre suonava in garage God Save the Queen dei Sex Pistols. L’anno prima, nel 1983, Era stato chiamato a far parte del gruppo punk inglese dei Bollock Brothers, con i quali registrò alcune cover.
Nel 1997 fu arrestato lui, la moglie e uno dei quattro figli perché furono sorpresi a produrre eroina, sempre nello stesso garage. Gli diedero quattro anni.

Un punk alla corte d’Inghilterra

Se vogliamo trovare altri fatti a sua discolpa, erano gli anni 80, quelli della Tatcher, il Regno Unito contava oltre 3 milioni di disoccupati, un numero più alto di quelli registrati durante la depressione del 1930.

Michael Fagan Photograph: PA NEWS

Inquadrato così il personaggio principale, non me ne voglia la Regina, si potrebbe pensare ad un efferato malvivente ma alla fine così non è. Certo non uno stinco di santo per carità, ma nemmeno un delinquente malvagio; diciamo più uno che si faceva travolgere dagli eventi, dalle compagnie, dal facile guadagno. Non una brava persona ma non certo un gangster.
Almeno, questa è l’impressione che ne ha avuto Emily Dugan, giornalista dell’Independent che lo ha intervistato nel 2012. L’intervista fu ripubblicata nel 2020 dopo l’uscita della quarta stagione della serie Netflix the Crown, dove in un episodio viene raccontata la storia dell’intrusione dentro Buckingham Palace. Non è stata la prima volta che il suo nome entrava in un film, c’era stato qualche anno prima un episodio intitolato Walking the dogs per Sky arts, dove la regina era interpretata da Emma Thompson.
Ma basta con le premesse e veniamo alla storia, che è piuttosto ricca di particolari simpatici.
Fagan entrò nel palazzo della regina ben due volte, visto che la prima volta non era riuscito a vedere molto, ha spiegato lui. Nell’intervista spiega che erano parecchi giorni che stava sotto effetto di allucinogeni.
Fatto sta che per ben due volte è riuscito a scavalcare il muro che circonda Buckingham Palace alto 4 metri, superare il filo spinato, arrampicarsi lungo un tubo di scarico esterno ed entrare nella camera di sua maestà Elisabetta II. Oltre che ricavarsi un posticino nella storia della famiglia reale ed aver messo in luce tutta la serie di disfunzioni nella sicurezza del palazzo più noto di Londra. E l’ha fatto sotto allucinogeni e in pantofole, oltretutto. Chapeau.
Anche il vino c’entra qualcosa in questa vicenda, ma marginalmente. Diciamo che è solo una scusa per raccontare una storia divertente.

Lo Chardonnay nella camera del Principe Carlo

La prima volta che Fagan entrò nel palazzo reale fu il 7 giugno 1984.

Era entrato scavalcando il muro ed entrato da una finestra lasciata aperta, si era aggirato un po’ per le cucine mangiando pane e formaggio. Dopo essersi saziato aveva ricominciato a girare per corridoi completamente indisturbato, erano pur sempre le 6 di mattina, chi volete trovare sveglio a Buckingham Palace a quell’ora? In realtà qualcuno sveglio c’era, una cameriera lo aveva visto mentre camminava guardandosi attorno, e naturalmente aveva subito dato l’allarme. Peccato che le guardie lo spensero, pensando subito ad un falso contatto, e quando la cameriera andò da loro dicendogli che non era un falso allarme, fu pure rimproverata.

Visto che non arrivava nessuno, salì per le scale e secondo la sua testimonianza, vedeva le camere con scritto Principessa Diana, Principe Carlo e così via. La porta di questa camera era mezza socchiusa e così entrò dentro; trovò una bottiglia di vino, lui dice che era del cattivo Chardonnay americano, ma chissà poi se era vero. Fatto sta che la bottiglia se la finì tutta e, sempre secondo le sue parole, si era pure seduto su una poltrona che sembrava un trono.
A quel punto Fagan decise di andarsene, sempre completamente indisturbato, nessuno gli chiese niente, nessuno lo notò, insomma andò fuori come un’anima candida.

Racconta che mentre camminava per il Mall guardandosi indietro e non vedendo nessuno che lo inseguiva, l’unica cosa che gli venne da pensare fu: Boh!.
Però a quanto pare non era proprio contento di come erano andate le cose: oltre a pane, formaggio, vino, una cameriera, non aveva visto praticamente niente del palazzo; e così pensò di tornare per una seconda visita, come fosse una cosa normale arrampicarsi senza essere visto sul muro di cinta del palazzo. Beh, a quanto pare aveva ragione lui,

Seconda visita a Buckingham Palace

Un mese dopo, il 9 luglio attorno alle 7 di mattina rifece la stessa strada, su per il muro, scavalca il filo spinato, attraversa il prato e si arrampica su per un tubo di scarico fino all’ultimo piano. Perde pure le pantofole mentre si arrampica; ricapitolo: questo qui si arrampica su per un muro e una grondaia con le pantofole. Entra da una finestra incustodita e lasciata aperta, d’altronde era solo l’ufficio del vice ammiraglio Sir Peter Ashmore, l’ufficio del capo della sicurezza del palazzo.
Il tutto, aspettate un attimo, non me lo sto inventando, visto che è riportato nel rapporto di Scotland Yard pubblicato dal New York Times.
L’incidente del mese prima però aveva fatto accelerare i miglioramenti agli impianti di sicurezza, telecamere, sensori, campanelli d’allarme sparsi per i corridoi. Forse però non erano ancora tutti allacciati alla corrente, visto quello che è successo dopo.
Anche le procedure di sicurezza sulla carta erano studiate bene, ma come diceva Mike Tyson, ogni piano è perfetto finché non prendi il primo cazzotto. Dovevano esserci 20 guardie attorno al perimetro del palazzo reale, e altrettante all’interno.
Peccato che le indagini che seguirono l’intrusione di Fagan scoprirono che la guardia nel corridoio era smontata un’ora prima per portare fuori i cani reali, ed ecco perché l’episodio di Sky Arts si intitola Walking the dogs. Il militare che doveva stare davanti alla stanza della regina era dentro la stanza, ma di una cameriera. Altri ufficiali stavano tranquillamente sonnecchiando, gli allarmi non funzionarono, e insomma c’era uno dii quei casini all’inglese che tanto ci fanno divertire.
L’episodio di The Crown della quarta stagione fu naturalmente un po’ romanzato, ma quella è fiction, è televisione, non pretenderete mica che una serie tv sia esatta nei particolari, no? Però lo sapete, devono scrivere una sceneggiatura per allungare un po’ il brodo, per dare un po’ di suspense, per attirare lo spettatore senza fargli cambiare piattaforma di streaming.

Fagan, i cani e Buckingham Palace

Comunque sia, Fagan è dentro al palazzo senza che nessuno se ne sia accorto ed ora è proprio davanti alla stanza della regina. Aveva un dito sanguinante, se lo era ferito urtando un posacenere di cristallo che cadendo si era rotto, e lui si era tagliato raccogliendo i cocci. Devono avere tappeti ben spessi in quei corridoi, per non sentire un portacenere di cristallo che cade e si rompe.
Così eccolo lì, Fagan e la porta della Regina, e voi che fareste alle 7 di mattina di un luminoso mattino di luglio? Ma diamine, entrereste no? E così fa lui, e la Regina sta lì in questo letto gigantesco, tutta da sola, che dorme beata e fa sogni reali.
Fagan in realtà è un ammiratore della Regina, come un po’ tutti gli inglesi, e la guarda ammirato sinceramente. Vuole bene a quella donna, dirà durante la deposizione.
Ad un certo punto fa un rumore, magari sposta una tenda. Immagino che le tende a Buckingham Palace siano spesse cinque centimetri e se le muovete fanno un po’ di rumore.
Fatto sta che la regina si sveglia e lo vede mentre sta lì in piedi.

In streaming

Nella serie Netflix si vede Fagan seduto sul letto a parlare di quanto è cattiva la Tatcher, ma anche questo è uno dei particolari aggiunti nella sceneggiatura. Non credo che la regina sia stata interrogata, non me ne intendo di diritto reale inglese ma non compare da nessuna parte una sua deposizione. Alcuni particolari li trovate anche in questo articolo del Guardian.
La Regina si siede sul letto e preme il pulsante antipatico che le avevano da poco montato vicino alla testiera. Che però ancora non era collegato a niente, e quindi non c’è nessun effetto. O forse era collegato a qualcosa ma nella stanza degli allarmi non c’era nessuno, il che è fondamentalmente la stessa cosa. Per i corridoi c’era solo una cameriera che stava rifacendo una camera e dovendo passare l’aspirapolvere aveva tenuto la porta chiusa per non disturbare.

God Save the Queen

Fagan era dentro la stanza della Queen già da dieci minuti e gli era venuta voglia di fumare, così pensò bene di chiedere una cicca a Elisabetta II che però gli rispose che purtroppo in stanza non ne aveva.
A quel punto si era alzata dal letto, a piedi nudi e camicia da notte camminando sul tappeto alto 10 centimetri; prende il telefono per chiamare il posto di sorveglianza dicendo che le mandassero due poliziotti per un’emergenza. I poliziotti arrivarono quasi dieci minuti dopo, il che non depone proprio a loro favore; ti chiama la regina e ti dice “mandatemi qui due agenti, ho uno sconosciuto in camera”, e quelli arrivano dieci minuti dopo. Capisco che Buckingham Palace è enorme, ma mettere un posto di polizia più vicino alle stanze reali era difficile?
Nel frattempo la Regina vede passare la cameriera in corridoio e la chiama. Questa entra e la Regina le chiede se ha delle sigarette. Giuro, è tutto vero e scritto nel rapporto di Scotland Yard, non mi sto inventando niente, niente di significativo almeno.
Immagino la cameriera che entra nella camera della Regina che alle 7 di mattina le chiede se ha delle sigarette, un tizio a piedi nudi e un sorriso beato in viso, seduto su una poltroncina reale che guarda affascinato la sua sovrana.
Ecco, qui bisogna dire che l’intelligenza delle cameriere inglesi è sicuramente migliore del sistema di sicurezza di Sua Maestà; la ragazza capisce come stanno le cose, o almeno intuisce che c’è una situazione di pericolo, dà una sigaretta a Fagan e gli dice che sarebbe andata a vedere se ne trovava altre.

Sua Maestà ha suonato?

Intanto arriva anche il militare che aveva portato fuori i cani e vede la scena dentro la stanza, così entra pure lui con tutti e due i cani al guinzaglio.
Fagan si alza dalla sedia, ha paura dei cani, e così il militare porge il guinzaglio alla regina che li tiene lontani perché ha visto che il suo ospite comincia a dare segni di nervosismo.
La situazione è questa: Elisabetta II a piedi scalzi coi cani al guinzaglio sul tappeto da 10 centimetri, Fagan in piedi sulla sedia spaventato dai due cani, la cameriera che gli dà una sigaretta e il militare che si cerca l’accendino, il tutto dentro la camera da letto della Regina Elisabetta II. Che affresco, eh?
Mentre il militare si avvicina a lui, finalmente arrivano i due poliziotti e portano via il nostro eroe. Non si sa se abbia fatto in tempo ad accendersela, quella sigaretta.
Fagan resta confinato in cella per tre mesi e viene fatto un processo per direttissima.
Assolto, completamente assolto da tutte le accuse che, d’altra parte, non c’erano. Non era ancora previsto dalla legge inglese che non si potesse entrare abusivamente nel palazzo reale, e quindi tecnicamente non aveva infranto nessuna regola. Si, si era scolato una bottiglia di vino il mese prima e rotto un posacenere, ma insomma non aveva fatto niente di male.
I giudici di Old Bailey impiegarono 10 minuti per dichiararlo non colpevole; 10 minuti, lo stesso tempo che lui era rimasto a tu per tu con la regina Elisabetta.

Niente da dichiarare da Buckingham Palace

Lo scandalo fu piuttosto ampio, caddero parecchie teste, furono riviste le procedure di sicurezza, controllati i campanelli, i cani li portò a fare la passeggiata qualcun altro. Il capo della sicurezza rassegnò le dimissioni. I tappeti restarono alti 10 centimetri e i portacenere furono incollati ai tavolini.
E quindi questa è la storia. Puoi vederla come il furto dello Chardonnay di Buckingham Palace o come il fallimento dei dispositivi di sicurezza. Insomma c’è il vino e c’è la tech, mi sembra di essere rimasto in tema.
Oppure, volevo solo raccontarti una storia, e spero che sia stata divertente.


Foto di Roméo da Pexels

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