Aprire una bottiglia di vino di Casa Caterina è sempre un evento. Considerate un vino spumante metodo classico vendemmia 2002, Pinot Meunier in purezza che resta sui propri lieviti fino al 2012, quando avviene il tirage; poi altri 14 mesi fino a giugno 2013 per la sboccatura.

Se non siete veramente bravi come Aurelio del Bono, lasciate perdere. Tanto bravi e casa caterina 2002sicuri del proprio lavoro da decidere, ormai molti anni fa, di uscire dalla DOCG Franciacorta per essere libero di poter fare i vini come li vuole lui e non come li vuole un disciplinare ingessato, costruito su misura delle grandi aziende da milioni di bottiglie.

Non è certo semplice trovare i vini di Casa Caterina, soprattutto perché gli spumanti di Aurelio sono apprezzati soprattutto all’estero, dove ha la maggior parte dei propri clienti. Questa della degustazione l’ho acquistata durante la fiera Naturale, a Navelli 2015.

I terreni dove risiedono le vigne, chardonnay, pinot meunier, sauvignon, e naturalmente pinot noir, sono per lo più argillo-calcarei ed argillo-limosi.

Degustazione

casa caterina rosé 2002Veniamo a questo rosé di Pinot Meunier in purezza; come dicevo, vendemmia 2002 e contatto di un paio d’ore con le bucce, poi una lenta, lentissima attesa per 120 mesi, lieviti estremamente resistenti fino al momento del tirage.

Va servito a temperatura bassa ma non bassissima per non eliminare con il freddo tutti gli aromi ed i sapori ed evitare il fastidioso sapore ferroso all’assaggio; dopo tutto è un vino rosso.

Quando si versa nel calice sembra di vedere una nuvola rosa di bollicine che si alzano dal bicchiere, sfumature buccia di cipolla e bollicine sottili.

Il bouquet è ampio e corposo, già a partire dai sentori di marmellata di prugna in ebolizione, pepe rosa e salvia a donare la speziatura e la balsamicità, mentre la parte leggera è lasciata alla pesca ed alla fragola, una caramella d’orzo in finale, miele e frutta secca.

All’assaggio risulta quasi tagliente per la sua acidità che viene rinvigorita da una buona sapidità; una sensazione di freschezza di frutti addolcisce l’assaggio mentre il finale di nocciola lo impreziosice. La carbonica aiuta a mantenere pulito il palato e riesce ad essere parte integrante della bevuta.

E’ stato il degno accompagnatore di un mediterraneo piatto di spaghetti con vongole e zucchine ed ha seguitato a comportarsi bene con la gallinella al forno con contorno di verdure grigliate.

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