Quando si parla del Piemonte vitivinicolo si ha un immediato collegamento con Barolo e Barbaresco, ma l’Erbaluce di Caluso è un vino di grande spessore che può dare molte soddisfazioni.

Storia dell’Erbaluce

Nascosto commercialmente dai suoi cugini più blasonati, è un vitigno a bacca bianca che risalta nella produzione a vocazione rossista dei vini piemontesi; negli ultimi vent’anni ha visto la produzione arrivare fino al milione di bottiglie, più poche altre decine di migliaia nella versione passita.

L’Erbaluce di Caluso è un vitigno conosciuto fin dal 1600, grazie ad un libro di cronache di G.B. Croce che all’epoca era il gioielliere di fiducia del duca Carlo Emanuele I; è stata la prima DOC di vitigno bianco del Piemonte,  istituita nel 1967 e modificata nel 1998. Comprende principalmente il comune di Caluso in provincia di Torino, e si consente la coltivazione e la produzione anche nelle province di Biella e Vercelli. Il vitigno, imparentato con il Fiano, è stato portato qui dai Romani quasi duemila anni fa; ha trovato il giusto habitat nelle colline torinesi che guardano la Val d’Aosta, soleggiate e sottoposte ad un buon sbalzo termico tra la notte ed il giorno.

Gli acini assumono in autunno riflessi caldi e rosati che si fanno man mano più intensi; diventano color ambra nella parte superiore in particolare nel momento in cui inizia a sorgere il sole che li colpisce obliquamente. Questa, molto probabilmente, è la ragione del suo nome che in origine era Alba Lux, ossia Luce dell’Aurora, poi trasformatosi in Erbaluce.

Le colline dove questo vitigno cresce, un tempo erano sulle sponde di un lago, teatro di antichi riti celtici in cui si ringraziavano il Sole, la Luna, le stelle e l’Alba.

Una leggenda antica narra che Albaluce fosse la figlia del Sole e dell’Alba, una bellissima fanciulla adorata da tutti gli abitanti che facevano a gara per ingraziarsela con i loro doni. Un periodo di carestia costrinse gli abitanti a prosciugare il lago per cercare altre terre da coltivare, costruendo un canale per far defluire le acque. Il fiume straripò e distrusse tutte le popolazioni che abitavano attorno all’antico lago; Albaluce ne fu così addolorata che pianse per giorni e notti intere. Le sue lacrime si trasformarono in tralci di vite che produssero uva bianca, che fu chiamata Erbaluce.

Caratteristiche del vino

Naturalmente questa è solo una leggenda; le colline su cui viene coltivato l’Erbaluce di Caluso sono di origine morenica, ossia formate dallo spostamento dei ghiacciai. Il terreno è particolarmente adatto per la coltivazione della vite, poiché presenta in superficie uno strato ciottoloso che, grazie anche alla forte pendenza delle colline, favorisce il deflusso delle acque, mentre nello strato inferiore si ha la presenza di argilla che trattiene l’acqua per i periodi di siccità.

La presenza del lago di Candia opera come un volano termico per gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte. Questi fattori producono degli acini pieni di aromi e per non essere dispersi, i grappoli vengono pressati in modo soffice senza diraspatura. Il mosto fiore viene poi filtrato immediatamente per togliere raspo, bucce e vinaccioli  e successivamente si opera un attento controllo della temperatura. Si mantengono così i profumi primari, ossia quelli caratteristici del vitigno.

Le note di degustazione

L’Erbaluce di Caluso ha un colore giallo paglierino con riflessi dorati provenienti proprio dal sistema di pressatura degli acini. Aroma caratteristico di frutta gialla, banana e ananas in particolare, ed un leggero accenno agrumato. Floreale di ginepro, ad un esame più attento si possono sentire anche delle note balsamiche, molto leggere.

Al gusto è vinoso e di buona acidità, caratteristica di questo vino, che lo rende fresco e riporta di ritorno i profumi sentiti al naso. L’acidità di questo vino è compensata dalla buona morbidezza, segno della pienezza zuccherina degli acini al momento della vendemmia; la buona persistenza gusto-olfattiva completa il quadro d’insieme, proponendosi come un vino da gustare giovane, entro un paio di anni dalla vendemmia. Ha una gradazione alcoolica che non deve essere inferiore agli 11°.

Queste caratteristiche lo rendono adatto come accompagnamento a piatti a base di pesce di lago o di fiume poichè riesce a ripulire bene la bocca dalla loro grassezza. Può anche essere adatto insieme a risotti o minestre, sempre a base di pesce.

Il Passito di Erbaluce

L’Erbaluce di Caluso Passito può essere ottenuto anche con una aggiunta di Bonarda non superiore al 5%. L’uva viene sottoposta ad appassimento naturale su graticci in locali appositi chiamati passitaie, fino al marzo successivo quando verranno poi pigiati. Devono avere un residuo zuccherino non inferiore al 30%. Il mosto rimane in botti di rovere per non meno di 50 mesi, 60 per la versione Riserva, periodo in cui riusciranno a svilupparsi aromi e sapori. Il colore varia dal giallo oro fino all’ambrato scuro, aromi di miele e frutta candita. Gusto dolce e morbido grazie alla naturale acidità dell’uva ed alla percentuale alcoolica che deve essere non meno di 17°.

Il Passito di Erbaluce è un vino equilibrato, ideale accompagnamento per pasticceria secca con nocciole e mandorle, o con formaggi piccanti quali gorgonzola e roquefort.

E’ da provare con foie gras e miele d’acacia.

Un’ultima variante è l’Erbaluce di Caluso Spumante, ottenuto con metodo Charmat, dal profumo delicato e gusto fruttato e fresco. Adatto come aperitivo, è da abbinamento con un tipico risotto alle rane.

Photo by Ilenia F. on Unsplash

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