Tra lo spauracchio di nuovi dazi, i commerci internazionali che mostrano la corda, le nuove abitudini dei consumatori, il mercato del vino nel 2021 dovrà trovare la propria strada.

Report del vino negativi, ma non troppo

Il recente report commissionato da Federvini mostra una situazione non solo negativa, ma con dati forse non sufficienti a programmare il futuro. Non è certo colpa dei dati raccolti, ma della situazione; si presenta una domanda fondamentale: come si evolverà il mercato del vino nel 2021, e poi anche negli anni successivi.

Nel report la situazione mostra che c’è stata una diminuzione del 40% del consumo di vino fuori casa, quello onpremise insomma. Con la chiusura del canale Horeca e in genere dell’hospitality, il consumo di vino è stato soprattutto a casa. Quindi acquisti online aumentati, diminuzione delle vendite dirette in cantina, aumento del delivery. Buono anche l’andamento nella GDO, lo scrivevo anche in questo post. Il saldo ovviamente è negativo purtroppo, ci salvano un po’ solo le esportazioni, diminuite in valore del 4,6% che vogliono dire oltre 300 milioni di € in meno., Male ma meno peggio di altri competitor.

Per la GDO è interessante notare che le aziende più grandi e strutturate hanno avuto meno diminuzioni di vendite rispetto alle cantine più piccole. Ovviamente perché sono presenti in molti più punti vendita, mentre le piccole si basano molto sul canale on premise. Questo sarà uno dei punti su cui il mondo del vino dovrà confrontarsi, ossia la differenziazione dei canali di vendita e la strategia di comunicazione.

Industria del vino frammentata

L’industria del vino è fatta, non solo in Italia, da pezzi diversi, con prospettive e produzioni completamente differenti tra loro. Pensare che il mercato del vino nel 2021, o più ragionevolmente nel 2022, tutto tornerà come nel 2019 è a mio avviso una visione corta.

Naturalmente i consumi del canale Horeca torneranno ad aumentare, così come le vendite dirette in cantina, grazie all’enoturismo. I consumatori però hanno cambiato le proprie abitudini, molti hanno scoperto che grazie alla Rete, in fondo, possono acquistare tutto quel che vogliono.

Continuare quindi con le guide cartacee, ad esempio, diventerà palesemente un’abitudine del passato, così come era già evidente nell’epoca pre-pandemia. Avete mai visto qualcuno che va in giro per enoteche portandosi appresso una delle guide del vino, scomode come un vocabolario di greco? O avete visto qualcuno che nel trolley si porta appresso la guida enoturistica dell’Italia, altrettanto scomoda e inutile?

Condividere, non dividere

Le due strade quindi, quella dei sistemi di vendita tradizionali e le vendite online, dovranno trovare un compromesso che tenga conto dei consumatori. Un giovane, mercato a cui tutti guardano non so perché come promettente (non credo che le persone sotto i 35 anni abbiano tutti questi soldi da spendere in vino…), si va a cercare la bottiglia preferita su qualche piattaforma specializzata, se non addirittura su Instagram.

Cambiano anche i momenti in cui si beve il vino: la classica famiglia anni ’80 va al ristorante e forse si prende una bottiglia, i giovani fanno l’apericena ed acquistano una bottiglia di bollicine in quattro. O direttamente al calice. E se quel vino piace, lo vanno a ritrovare in rete. Online ed offline, on-premise e off-premise, a casa o fuori casa, il mercato del vino nel 2021 deve trovare una sua strategia. Possibilmente unendo i due canali, e non in contrapposizione. L’enoturismo di cui tutti parliamo, deve trovare la sua via digitale. Le strade del vino sono una cosa superata e inutile, ogni consumatore si fa la sua. Non solo, a parte siti web malfatti e inutili, non offrono tranne in qualche caso nessun servizio.

Soluzioni non previste?

Non ho letto alcuna proposta da parte di consorzi e associazioni. Dovrebbero invece spingere le piccole cantine ad inserirsi nelle piattaforme specializzate o, addirittura, mettere in piedi un e-commerce di consorzio. Uno shop online non è solo un sito web fatto con un plugin su WordPress. È necessario un magazzino separato, un servizio di trasporto nazionale a prezzi ragionevoli, una contabilità separata. Tutte cose che a volte un’azienda vinicola di tipo familiare non può permettersi. Dovrebbero costringere le fantomatiche Strade del Vino ad offrire servizi ai turisti, percorsi di ospitalità, informazioni sui loro siti web. E finalmente una mappa da usare direttamente sullo smartphone, invece di doverla scaricare in pdf.

La strategia che il mercato del vino nel 2021 inizierà a costruire sarà la base del mercato del vino nel 2022 e negli anni a seguire. Chissà se associazioni e consorzi se ne stanno rendendo conto, chissà se hanno capito che i vecchi paradigmi non esistono più.

Photo by Javier Allegue Barros on Unsplash

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.