Riprendiamo la vicenda di Rudy Kurniawan, che fece la sua comparsa agli inizi degli anni 200 e che pareva avere riserve senza fondo di vini speciali, introvabili. Ora sappiamo che alcuni di questi erano anche inesistenti.

Portarsi a casa la bottiglia dal ristorante

Come ho scritto nel mio post precedente, nel 2004 in una serata di gala al Cru, il giovane indonesiano acquistò un gran numero di bottiglie di gran valore: furono consumate un certo numero di Mouton Rothschild ’45, di Jaboulet Hermitage La Chapelle ’61, La Tàche ’71, qualche Romanéè-Conti del ’64 ed altre bottiglie dello stesso livello. Il conto del vino bevuto alla fine della serata, si aggirava oltre i 250.000$.

Fece anche una richiesta strana ai camerieri del ristorante, chiedendo di farsi mandare a casa le bottiglie vuote, e da allora pagò regolarmente lo staff del Cru per farsi inviare tutte le bottiglie vuote di vino.

Negli USA la passione per i vini di Borgogna era aumentata a dismisura.

Se infatti nel 1996 una bottiglia di La Tache ’62 si poteva comprare ancora per 400$, nel 2006 il prezzo era arrivato a 13000$.

Tutto questo giro di bottiglie stratosferiche iniziò ad insospettire qualche collezionista ed alcuni produttori. La truffa di Kurniawan iniziava a mostrare qualche crepa.

Scegliersi l’ospite sbagliato

Dopo l’asta del 2008 al Cru, Laurent Ponsot andò a cena con l’indonesiano, accompagnato da Kapon e da Doug Barzelay, un avvocato di New York amante del vino, che per primo lo aveva avvisato che erano in commercio bottiglie di annate in cui il Domaine ancora non esisteva. Quando gli furono chieste spiegazioni su quelle bottiglie inesistenti, Kurniawan rispose che ‘…è la Borgogna, deve essere successa qualche stronzata‘ (lett.)

Nella sua intervista a Michael Steinberger, il giornalista di Decanter che ha seguito tutta la vicenda, Ponsot aggiunse che non sapeva se Kurniawan stesse solo vendendo vino falso, magari senza saperlo, o fosse egli stesso il falsificatore.

FBI sezione frodi

La collaborazione di M. Ponsot con l’F.B.I. è stata determinante per risalire a tutte le bottiglie vendute dal truffatore, e le indagini sono continuate anche dopo il suo arresto per tentare di individuare i suoi complici. Laurent Ponsot è convinto, come ha spiegato a Wine Spectator, che non può aver agito completamente da solo, vista la sua innegabile conoscenza della Borgogna e dei vini francesi.

La testimonianza di produttori francesi ed esperti ha inchiodato Kurniawan; un mese prima del suo arresto, il collezionista Don Cornwell con una email sul forum di Wine Berserkers, ripresa anche sulle Purple Pages di Jancis Robinson, avvisava tutti i collezionisti che Rudy Kurniawan, già sotto inchiesta ma non ancora in manette, stava continuando a vendere bottiglie pregiate di vino.

Al momento dell’arresto, il giovane tentò di giustificare la presenza di bottiglie ed etichette dicendo che stava semplicemente pulendo le bottiglie.

Se pensate che l’accusato stesse semplicemente pulendo le bottiglie, allora dovete anche credere che la settimana prossima un uomo in barba bianca scenda giù dal vostro camino per lasciarvi una cassa di Romanée-Conti del ’45”, è stata la risposta del pubblico ministero Jason Hernandez.

Bisognerà attendere fino ad aprile 2014 per la sentenza; la difesa si sta basando su una perizia psichiatrica, tentando di dimostrare che il giovane Rudy fosse preda di un’ossessione, quella di possedere vini rari, e che ha solo avuto la sfortuna di imbattersi in collezionisti disposti a sborsare varie decine di migliaia di dollari per accaparrarsi le sue bottiglie.

Una ossessione psichiatrica che comunque gli ha fruttato circa 3 milioni di dollari.

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Il mix di vini che venivano composti per il riempimento aveva trovato spesso un grande apprezzamento da parte degli assaggiatori portati dai compratori, il che dimostra non tanto che l’indonesiano avesse una buona cultura enologica, quanto che gli assaggiatori non volevano perdere il posto facendo sfumare l’affare dei propri datori di lavoro.[/wc_box]

Il personaggio inoltre era benvoluto da tutti per la sua simpatia e la sua conoscenza dei vini, tanto che nel 2008 entrò in società con Paul Wasserman nella gestione del Wine Hotel; mr Wasserman è uno dei suoi amici che più è rimasto stupefatto e addolorato da tutta la vicenda.

Stando ai termini di legge, Rudy Kurniawan rischia fino a 40 anni di carcere per truffa.

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