fiere2Anche la fiera Naturale, a Navelli, che si è tenuta l’ 11, 12 e 13 maggio (vedere locandina qui a fianco, please), è in un bel posto. Palazzo Santucci infatti possiede un buon parcheggio, e nonostante vi siano varie salette che ospitano i produttori queste sono tutte sullo stesso piano, così che il percorso di visita sia non dispersivo e si possa assaggiare il vino con tranquillità.

Il tempo per degustare decentemente il vino però è per forza di cose scarso: o assaggi, sputi, saluti e vai, ed allora si riesce a toccare almeno una volta tutti i banchi, oppure ti fermi, assapori, parli, riassaggi in un secondo momento, ma così facendo rischi di riuscire ad assaggiare poco più della metà dei partecipanti. Bisogna tornare il giorno dopo.

Inoltre alcuni vini avrebbero bisogno di rimanere un po’ di più nel bicchiere, per dar tempo di aprirsi ad esempio, per cercare di vedere come si comportano al passare dei minuti. Una bella cosa da fare a casa o in una degustazione guidata dove al massimo ci sono sei bottiglie da assaggiare in un paio d’ore.
Può essere interessante avere degli spazi organizzativi per degustazioni tematiche, ad esempio i vini georgiani, o il vino sfuso, come accadrà a Navelli, ma non sempre è possibile ed inoltre mantenere gli orari previsti risulta spesso complicato.
Avere un gran numero di espositori è certamente meglio per chi organizza, ed anche per il produttore che vede lievemente diminuire la propria quota di partecipazione; lo è meno per il visitatore che non venga già adeguatamente preparato, con il foglio degli assaggi che vorrà fare e quelli che invece salterà.
Io faccio spesso i compiti a casa, prima di un evento, ma non riesco mai a seguire i buoni propositi: inizio a parlare con un amico, mi fermo davanti ad un banco di un produttore che non conosco e che magari mi ha consigliato un conoscente, mi siedo per riposarmi un poco.

Arrivo così alla fine della giornata che mi rendo conto di non aver per nulla assaggiato quel chefiere1 mi ero prefisso all’inizio, di aver conosciuto meno etichette di quel che avrei potuto, di essermi parecchio stancato. La sera, riordino gli appunti.
Si torna il giorno dopo con le migliori intenzioni, che nuovamente vengono completamente disattese.

Sto raggiungendo la conclusione che se un evento presenta oltre cento produttori, la logistica del posto che lo ospita assume la stessa importanza della qualità delle bottiglie esposte. Questo consente di non doversi districare tra corridoi e mappe, non far soffrire la temperatura ai vini e nemmeno ai visitatori.
Se invece si ha un numero inferiore, allora la disposizione in sale dove sono presenti due o al massimo tre produttori può essere adatta, sempre che non si debbano salire e scendere di continuo le scale.
Nel primo caso si possono seguire percorsi non obbligati, e ad esempio assaggiare in sequenza le bollicine, i bianchi, e via via tutto il resto. Nel secondo è forse più semplice disporre i banchi secondo un criterio geografico.
Ma probabilmente bisognerà prima o poi prendere atto che tutte questi eventi enologici iniziano ad essere pesanti da seguire, e che eventi con  venti, trenta produttori al massimo (siamo tra cinquanta e ottanta vini diversi, in ogni caso), forse sono il prossimo passo per far conoscere bene il vino anche al visitatore occasionale.
Ah, e poi, per favore niente tamburi.

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