Cosa è successo con il DieselGate della Volkswagen, e come tutto questo assomiglia allo scandalo del Sauvignon in Friuli?

Volkswagen truccata

VW-Gas-1Dunque, come ormai sanno anche i sassi, alcuni ricercatori americani hanno scoperto che la Volkswagen aveva truccato il software della centralina per taroccare i dati di emissione di gas delle proprie automobili diesel. Sembra che anche in Europa le auto di Wolfsburg abbiano subito lo stesso trattamento di modifica del software. In soldoni, il software modificava le prestazioni del motore (qui la spiegazione dei ricercatori) quando l’automobile era sui rulli per fare il test, semplicemente verificando che il volante era bloccato e che si muovevano solo le ruote motrici.

E’ interessante notare che le stesse regole di esecuzione del test, danno la possibilità, alla VW e a tutte le altre case automobilistiche, di usare un assetto diverso da quello normalmente usato in strada, come maggior pressione degli pneumatici, l’alternatore scollegato o mappature non convenzionali della centralina. Con questi parametri, è più semplice rientrare nei limiti, limiti che su strada non verrebbero mai rispettati.

Insomma, piccole concessioni che in ogni caso riescono a far passare le certificazioni ambientali, e questo ripeto vale sia negli USA che in Europa.

Non contenti di questo, in VW, dove evidentemente non riuscivano a far si che i propri motori diesel avessero le potenze che il mercato USA desiderava e contemporaneamente rimanere entro i limiti di emissione, in VW, dicevo, hanno ben pensato di truccare il software della centralina, così da far risultare tutto a posto.

Sono stati tanati, presi, beccati, e questo, oltre ad aver provocato il crollo del titolo in borsa (più del 35% nei due giorni di martedì e mercoledì), ha causato forti ribassi anche nel mercato azionario delle altre case automobilistiche, in particolar modo le altre due tedesche BMW e Mercedes, che però hanno prontamente smentito di aver mai usato questo programma. 

Si parla di una ipotetica multa da 16 Miliardi di $, ma più probabilmente si arriverà ad una cifra tra i 5 ed i 7 Mld$; se i legali di VW hanno consigliato, nel tempo, di accantonare già 6,5 Mld di $, probabilmente sapevano già a cosa sarebbero potuti andare incontro.

L’AD di VW si è dimesso, sono stati sostituiti molti vertici dell’azienda, e dal punto di vista comunicativo per ora sono sparite tutte le pubblicità da televisioni e quotidiani, ed è di certo il minimo che potevano fare. Sul sito di Volkswagen Italia è presente un comunicato ufficiale in cui, almeno, si prova a spiegare la situazione. Insomma, almeno dicono ‘Scusate’ ai propri clienti.

Quindi, la sintesi è questa: Hai già la possibilità, con trucchetti permessi dalla legge, di far vedere che le tue auto inquinano meno di quanto fanno in realtà; fai della automobile superbe, di classe, sicure ed affidabili: per quale diamine di motivo hai sentito il bisogno di usare un escamotage truffaldino per rimanere dentro quei limiti USA? 

La risposta è piuttosto semplice: Il consumatore americano chiede auto diesel di una certa potenza, ma per passare i testi sulle emissioni, VW avrebbe dovuto spendere un po’ più di soldi nello sviluppo o abbassare le potenze, ponendoli fuori target. 

Sauvignon truccato

Disclaimer: Una lettrice mi fa notare, nel commento che trovate in fondo al post, che la vicenda non è definitiva anzi, le indagini sono in corso e le cantine nominate dai vari quotidiani locali sono indagate, ma non condannate o trovate colpevoli. La stessa cosa per l’enologo. E’ giusto, mai trarre conclusioni affrettate. Per questo ho modificato alcune frasi, cercando di sottolineare che il reato è per ora solo presunto e non accertato. Come ho anche risposto al commento, se ci fosse stato un comunicato ufficiale da parte di qualche azienda o magari dello stesso Consorzio, in cui si dichiaravano le proprie ragioni, non sarebbe stato male. Aggiungo due link [1] e [2] presi dal Messaggero Veneto edizione Udine, per completezza di cronaca. Mi piacerebbe aggiungere anche i link con comunicati analoghi (anche solo per professare la propria innocenza e dichiarare fiducia nella giustizia) dei siti delle cantine, come ho detto.

Piccolo_chimico-1Passiamo ora al Sauvignon e ad alcune cantine del Friuli-Venezia Giulia, sembra trovate ad alterare il proprio vino (con aggiunte non dannose per la salute, in ogni caso). Nell’ambiente iniziava a circolare qualche voce già da un paio di anni, cioè che l’enologo Ramon Persello, consulente del Consorzio Friuli Venezia Giulia ed inventore del componente, consigliava l’aggiunta del fantastico ‘aromatizzatore’ nel Sauvignon; i nomi di alcune cantine, ad oggi sono 17, le aziende friulane accusate di aver sofisticato il vino con il magico infuso, più una in Umbria ed una in Abruzzo. 

Tra le più famose cantine che taroccavano accusate di taroccare il proprio vino, la cantina Tiare di Dolegna che aveva vinto, lo scorso anno, il Concours Mondial du Sauvignon di Bruxelles con il Sauvignon 2013.

Poiché sono tutte aziende agricole, non è possibile sostituire un AD che non esiste; però sarebbe stato il caso togliere dal sito almeno il riferimento al premio vinto fino al termine delle indagini; a quanto pare invece praticano lo sprezzo del ridicolo, o peggio non hanno alcun rispetto per i loro clienti. Oppure, evitano di dire qualunque cosa perché non sanno proprio cosa dire, sebbene almeno ‘Scusate’ sarebbe stato un buon punto di partenza [aggiunta] o un comunicato di smentita che è arrivato solo oggi 30 settmbre e che trovate in fondo al post [fine aggiunta] O, peggio, fanno finta di niente convinti che tanto tra poco se ne scorderanno tutti. Più facile questa, purtroppo.

Quindi, anche qui, la sintesi è questa [aggiunta] premesso che un’indagine non significa colpevolezza fino alla sentenza del magistrato: hai già la possibilità, con concessioni sul Disciplinare, di aggiungere praticamente di tutto al vino per addomesticarlo secondo i voleri del mercato e dei consumatori (che bevono il vino che viene proposto e consigliato loro, magari da chi ha interesse a vendere il vino fatto proprio in quel modo lì). Hai già un vino ottimo, il Sauvignon, abbinato ad un territorio superbo. Perché dovresti aggiungere misture magiche al vino?

La risposta è semplice: per vendere più vino, per assuefare i consumatori ad uno stile, per riuscire a vendere praticamente solo il tuo e lasciare a spasso tutto il resto della concorrenza.

Analogie e differenze

VW1Fino ad ora, a differenza dell’AD di VW, (che comunque è uscito con una buonuscita di qualche decina di milioni di €), dal Consorzio non si è dimesso nessuno, ma Adriano Gigante, Presidente del Consorzio Friuli Venezia-Giulia, ha avuto l’onestà intellettuale  di autosospendersi dalla carica, visto che la sua cantina è tra quelle indagate; poiché afferma che la propria azienda non è assolutamente coinvolta nei fatti, questo è onestamente il massimo meglio che ci si può debba attendere (e comunque siamo il Paese dove a dimettersi al massimo è un Papa). 

Ora, che il Consorzio non sapesse nulla, così come il governo tedesco, è ipotesi piuttosto debole ma non certo da scartare.

Come riporta il Messaggero Veneto, il cda ha deciso di evitare qualunque riferimento o dichiarazione, come al solito ‘per consentire lo svolgimento delle delicate indagini’. Un po’ pochino, direi. Sul sito del Consorzio nessun riferimento alla vicenda, come se informare i propri clienti non avesse alcuna importanza, ma anzi viene ancora riportato il nome di Gigante come presidente e addirittura quello di Ramon Persello tra gli enologi consulenti. (almeno ad oggi). Per sola buona creanza sarebbe stato bello se almeno l’enologo non comparisse più nell’elenco dello staff del Consorzio. Nessuna esecuzione sommaria, sia chiaro, solo buona creanza.

Azionista di VW è il Lander della Bassa Sassonia, presidente del Consorzio FVG è il proprietario di una cantina indagata. Che nessuno sapesse nulla, ripeto è strano ma non improbabile. Per la VW sembra che tutti sapessero già da un paio di anni, le notizie vengono fuori e l’azienda di Wolfsburg non sembra aver intenzione a tenere completamente chiusi i propri cassetti. La trasparenza, a questo punto, è l’unica strategia possibile.

Per il Presidente del Consorzio però la posizione è più delicata rispetto al Presidente della Bassa Sassonia, a mio avviso, visto che quest’ultimo non costruisce automobili, ma possiede solo una parte di azioni, e certi argomenti non vengono di solito discussi in CdA, mentre Gigante il vino lo fa direttamente, quindi probabilmente aveva qualche informazione in più, sempre dando il corretto credito alle sue dichiarazioni di estraneità diretta nella truffa. 

In ogni caso, non smetteremo certo di comprare Sauvignon friulano, così come non smetteremo di comprare auto tedesche, ma consiglio ai produttori friulani di iniziare a pensare ad una buona campagna pubblicitaria, magari tenendo d’occhio le prossime mosse di brand strategy di VW,  per rimettere in sesto il nome del loro vino, che io berrò ancora ma con uno scettico sopracciglio alzato, e certo occorrerà molto sforzo per convincermi che il Sauvignon friulano sia genuino, così come occorrerà molto sforzo per convincermi che le Volkswagen diesel siano sotto la soglia di inquinamento prevista.

Peccato che lo scandalo Volkswagen abbia eclissato lo scandalo Sauvignon.

Update del 30 settembre: La smentita di Roberto Snidarcig (Tiare), ripresa da Intravino:

In relazione alle notizie apparse oggi sui media relativa al presunto utilizzo nel Sauvignon di esaltatori di aromi, precisiamo che siamo completamente estranei alla vicenda, che danneggia gravemente la nostra reputazione. Ieri sono stati fatti dei controlli in 17 cantine, fra cui la nostra. Ci sono stati sequestrati lieviti indigeni ottenuti dalle nostre migliori uve dell’annata 2015, per i quali abbiamo già avanzato istanza di dissequestro. 

Siamo fiduciosi nella giustizia e attendiamo sereni che si faccia chiarezza al più presto su questa vicenda che penalizza gravemente non solo la nostra azienda, ma l’intera viticoltura friulana e vanifica anni di lavoro e impegno. (Roberto Snidarcig)

6 pensiero su “La Volkswagen ed il Sauvignon (con rettifiche dovute)”
  1. Ma non si vergogna a trarre pubbliche conclusioni quando ancora le indagini sono aperte e per ora non è stato accertato né un eventuale reato né un eventuale colpevole? (Mi riferisco al Sauvignon)

    1. Ha ragione, avrei dovuto aggiungere ed evidenziare che le indagini sono in corso e che i reati contestati sono, appunto, contestati. Quanto ho scritto però si ricava dalle varie testate giornalistiche che hanno riportato la notizia, dove però più correttamente è stato usato il condizionale. Le pubbliche conclusioni, in ogni caso, le ha tratte direttamente il giudice che ha ordinato il sequestro di alcune quantità di vino per fare le indagini, dando pubblico elenco delle aziende coinvolte. In ogni caso ho per questo aggiunto un disclaimer proprio all’inizio del paragrafo in cui ricordo che la vicenda è ancora presunta, almeno fino al termine delle indagini. Se però fosse uscito un comunicato ufficiale sul sito di qualche azienda e magari anche su quello del Consorzio, probabilmente tutta la vicenda sarebbe stata molto più chiara, ed anche le cantine coinvolte loro malgrado avrebbero avuto di che trarne giovamento.

  2. Apprezzo la sua parziale ammissione di colpa. Il fatto però che moltissime testate giornalistiche non si facciano scrupoli nel sbandierare nomi e cognomi di persone o aziende che al momento risultano a tutti gli effetti essere innocenti non credo la giustifichi nel riportare a sua volta gli stessi dati: si comporta nello stesso modo poco signorile. Se accadesse a lei di essere indagato, colpevole o innocente che sia, le farebbe piacere venire additato in questo modo? Non credo. Il fatto poi che coldiretti non menzioni sul proprio sito l’accaduto mi fa sperare che si risolva tutto in una bolla di sapone. A quel punto queste aziende e queste persone dipinte ora come colpevoli meriteranno dell

  3. Dicevo.. meriteranno delle scuse. Sarà lei pronto a far loro recuperare l’immagine che ha contribuito ad infangare?
    Poi se risulteranno invece colpevoli allora sarà il momento adatto per approfondire e fare chiarezza senza abusare di supposizioni come è stato fatto finora. Non prima. Fino a che non saranno condannati sono innocenti.

    1. Giulia, le prometto che come verranno fuori nuovi fatti comprovati, ne scriverò. Però sottolineo che i nomi delle aziende non li ho tirati fuori io, ma sono stati di dominio pubblico da subito. Io ho semplicemente scritto alcune considerazioni su quanto già pubblicato, e visto che l’elenco lo ha fatto la procura della Repubblica non ci vedo nulla di male a fare i nomi di un pubblico elenco.
      Ribadisco in ogni caso che forse un tempestivo comunicato da parte delle aziende e dello stesso Consorzio avrebbe certo giovato alla loro reputazione. La dichiarazione di Tiare è arrivata dopo tre settimane e non pubblicamente, ma solo in risposta ad un articolo su un altro blog; e del fatto che Gigante si sia, molto onestamente, autosospeso da presidente del Consorzio ed avesse dichiarato di essere estraneo alla vicenda, ne ho dato conto da subito.
      Si vede che la vicenda le sta a cuore, e mi creda sta a cuore anche a me; però delle due l’una: o la questione dell’aggiunta aromatica è vera, o c’è una guerra intestina fra produttori. Quindi spero che tutto si risolva, o confermando la tesi o allontanando definitivamente chi dovesse aver messo in giro voci così gravi.
      Grazie ancora del suo passaggio sul mio blog.

  4. Grazie a lei per la disponibilità al dialogo. Sì, la faccenda mi sta molto a cuore e auspico un lieto fine. Buona giornata e buon lavoro 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.