Seguendo i trend emersi da un paio di anni ad ora, ci sono delle importanti sfide che attendono il mercato del vino nel 2024. La diminuzione dei consumi continua dal 2021, forse perché durante i diffusi lockdown i consumatori si sono resi conto di aver ecceduto con l’alcol. O forse perché le nuove generazioni non sono più wine lovers, appassionati che vanno alla ricerca di terroir o sapori particolari.
Differenziare il prodotto
Insomma, i più giovani non si considerano più, come scrive Felicity Carter sul sito di Meininger’s, bevitori di questo o quel prodotto, ma semplicemente bevono qualcosa di gradevole in compagnia. Una ricerca di Bryan Roth, analista di Feel Goods Company, conferma che non è più molto importante il prodotto di base della fermentazione: uva, malto, frutta, non è importante. Quel che conta è che il sapore sia buono.
La differenziazione dei sapori va avanti da almeno un paio di decenni, non solo per il beverage, ma sicuramente dal 2020 in poi i drink pronti da bere (RTD, Ready To Drink) stanno facendo la differenza. Potete leggere un articolo con più informazioni a questo link. Danno cioè la possibilità ai consumatori di avere la scelta fra decine e decine di gusti diversi, a diversa gradazione alcolica, adatti ad ogni occasione di divertimento, di pranzi o cene. Molto più flessibili del vino, in realtà. Certo, i produttori di vino spesso hanno provato di tutto, usando botti usate per whisky e sherry per la fermentazione, vini in anfora, macerati estremi.
Ora la tendenza è il mix con il vino, aromatizzati o con infusi di spezie, una specie di anatema per i produttori più ortodossi, praticamente la totalità.
Lo-No Alcool
Secondo uno studio di Grand View Research, il mercato globale dei drink in lattina crescerà a un tasso del 12,3% fino al 2028, con un fatturato di oltre 550 milioni di dollari. Secondo il rapporto, la tendenza del momento è avere bevande saporite e soprattutto comode da bere, anche se ancora la lattina per il vino non è proprio ai primi posti nei desideri dei consumatori. Per questo la novità è usare il vino come base per la mixology, una delle vere novità del mercato del vino nel 2024.
In tendenza anche le vendite della categoria No-Low alcol, con un fatturato nel 2022 di 11 miliardi di dollari. Si prevede che supereranno i 24 miliardi nel 2032. Stanno inoltre nascendo bar e drink shop specializzati in bevande No-Lo alcol, come Nix&Nix in Olanda o Club Soda in UK. Le aziende produttrici sono così certe che questo sia il futuro che stanno facendo grandi investimenti. Boisson, negli Stati Uniti, ha recentemente ricevuto un investimento di 5 milioni di dollari da Pernod Ricard.
Bere in modo più sano
Il Dry January è arrivato, e più persone che mai si stanno iscrivendo; l’anno scorso, ben il 15% degli americani adulti si è impegnato a rimanere senza alcolici. Al di là di sapere quanti effettivamente abbiano raggiunto il loro obiettivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto molta comunicazione sui pericoli dell’alcol, e i consumatori stanno rispondendo riducendo il loro consumo, o rinunciando del tutto.
Anche questo comportamento è una delle cause della diminuzione dei consumi, con ovvie ricadute su tutta la filiera. Ma non è certo demonizzando chi cerca di bere meglio e in modo più consapevole, che i produttori riusciranno a vendere più vino. Sicuramente ci dovranno essere comportamenti differenti da parte delle cantine che offrono degustazioni. Ad esempio far sì che le persone si sentano a proprio agio nello sputare e presentare il vino con il cibo.
Sarà necessario che i produttori di vino siano più attenti ai cambiamenti di gusto dei consumatori. Il mercato del vino nel 2024 potrebbe essere anche più complicato del 2023, e forse è il momento giusto per dare un nuovo slancio a questa bevanda che tutti amiamo.