BENVENUTO BRUNELLO 2016 – Secundum Opinionem

Le Chiuse

Profondo, intenso e di grande eleganza, un bouquet ricco e corale ma misurato e ben accordato in ogni nota: profumi di viola ed erbe fini insieme ad amarena, lampone e un tocco di china. Naso di pienezza che non satura e invita a indagare. Al palato ha un tocco mirabile con tannini forti, di grana ancora grossa e che avvolgono il frutto – un frutto di definizione con pochi eguali. La progressione è guidata da una freschezza vibrante e da sapidità infusa, che introducono l’effusione calorica nel lunghissimo finale, la bilanciano e supportano nella diffusione degli aromi in retrolfazione: un ventaglio colorato di rosa, visciola, viola, spezie dolci, timo, rabarbaro. Chiusura nitida e quasi piccante. Grande vino, pienamente godibile ora ancorché proiettato a guadagnare in complessità.

Le Potazzine

Il momento-succo. L’ispirazione viene da Mehu Moments, che vuol dire – in Finnglish – più o meno questo ed è il titolo di un brano (raccomando ascolto), di K-X-P. Il 2011 delle Potazzine è un brano di finezza e succulenza in quintessenza. Primo ascolto in azienda: purezza del frutto con ciliegia e lampone in evidenza, maturi e polposi, insieme a cenni di rosa tea, mela granata, ferro, creta e ribes. Sorso di distesa eleganza, profondo, succoso, trainante in progressione. Tannini piccoli e salienti. Secondo assaggio in vineria a Piazza Garibaldi, bontà e ancora succulenza, qualità dei tannini ancora più marcata. Terzo assaggio all’anteprima e bottiglia più ombrosa, frutta rossa più matura, arancia amara, sempre tanto slancio, tannini infiltranti e finale marcato di amarena.  L’ultimo, di recente a Le Prata: il momento-melograno, sempre molta ciliegia, un tocco di lavanda ed erbe fini.

Piancornello

Ciliegia, arancia rossa, curcuma a svettare in un complesso pot-pourri di spezie rosse e ancora origano, timo, legno di rosa, ferro; una vena eterea attraente e sottile che vagheggia botteghe di colori e stoffe, vecchi mobili, erbari. Un sorso ampio, pieno di frutti rossi maturi e tannini grossi, perfettamente bilanciati con l’acidità che traina lo sviluppo, con arancia rossa e visciola a risaltare. Chiusura in lunghezza e con nitidissime rievocazioni degli aromi anticipati all’olfatto, rinvigorita da sapidità infusa e coronata da una bella chiosa d’agrumi.

Salicutti

Modo e maniera contro moda e manierismo. Il mio preferito durante l’anteprima. Compostezza, intensità e una straordinaria ampiezza di spettro sia all’olfatto, sia al gusto, sviluppata con ordine sovrano. Una traccia balsamica che precorre l’assaggio e lo percorre per intero. Rose, fiori blu e rossi, lampone, amarena, origano e spezie dolci, poi una gradazione discendente verso terra, cortecce, le note aspre e amare di bacche nere. Sorso di misura, presa avvolgente e leggera, freschezza saliente e incisiva. I sapori sono un insieme armonico, si svolgono in sincrono, senza successioni. Presenza misurata in apertura e via via più netta, tannini finissimi e di presenza accrescitiva, risaltano nel finale in una sensazione asciutta e quasi piccante.

Salvioni

Buonissimo, stratificato ed esuberante: sotto traccia le note balsamiche, speziate e quelle vegetali (felce, fico), più evidenti quelle di garofano, vetiver, lavanda e ciliegia. Uno spessore che non anticipa la sorpresa di un sorso ficcante e progressivo nonostante l’impatto potente, l’ingente estratto e la stoffa grossa, sottolineata dalla robustezza dei tannini. A confermare la bontà di tanta concentrazione, una lunghezza con pochi paragoni e la coda iridescente di spezie, lavanda, bosco, rose e frutta rossa matura, con un’impressione tattile che dura minuti.

San Polino Helichrysum

Rubino denso e scuro, naso ombroso e ritroso, molto concentrato. Inizio trattenuto, con olive nere, malto, inchiostro di seppia e grafite. Alla distanza si arricchisce di humus, mora, aronia ed erbe amare. Sorso parimenti serrato e denso, molto energico. La concentrazione non risulta in peso e la bocca vibra per acidità e tannini fendenti, con una bella coda amara di erbe, china e di nuovo mora. Un talento non ancora maturo, che promette grandi soddisfazioni da qui a qualche anno.

Sesti

Il frutto più nitido e maturo, soprattutto rosso, con susina, ciliegia, lampone e visciola oltre a pepe rosa, cannella, incenso, terra, pinoli e granatina. Si distende nel calice ampliando il già ricco bagaglio aromatico con erbe, conifere, alloro e ribes nero. Al palato è di un calore solare, lento e di grande definizione nel frutto che si ritrova puntuale, pieno e copioso, sostenuto nello sviluppo e in persistenza da acidità infusa e tannini molto fini. Ampiezza e potenza con grande eleganza. Finale con ciliegia matura e spezie rosse.

Tiezzi

Già diffusamente raccontato qui, più volte riassaggiato nei mesi a seguire, il Poggio Cerrino 2011 delle ultime bevute era in forma smagliante e più “elettrica” dei primi assaggi con naso ritroso e bocca tesa, ficcante e fresca, risolta prevalentemente su frutta scura e terra, denotata dalla presa energica e dalla dinamica disinvolta.

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