L’azienda Chapel Down nel Kent (UK) ha consolidato la sua posizione come più grande produttore di vino del Regno Unito, piantando il più grande vigneto britannico nel Kent.

Lo Chardonnay del Kent contro Champagne e Prosecco

La compagnia si è fatta un nome soprattutto con la produzione di gin e birra, ma a quanto pare è voluta tornare alle proprie radici già dall’acquisto delle cantine Boarley.

Il nuovo vigneto da quasi 150 ettari si trova nei pressi di Blue Bell Hill, e con molta probabilità sarà piantato completamente a Chardonnay.

Il direttore del settore Wine & Spirits di Chapel Down, Mark Harvey, ha affermato che negli ultimi tempi le prospettive per il vino inglese sono molto positive, grazie anche al desiderio di favorire qualunque cosa sia coltivata all’interno del proprio territorio. Questo favorisce tutti i prodotti che possono essere coltivati localmente.

Secondo Harvey, dopo i vigneti piantati a North Downs quelli di Chapel Down sembrano perfetti per la produzione di vino spumante inglese di alta qualità.

Il piano d’azione della cantina inglese è parte del progetto di espansione dell’industria del vino inglese, diminuendo l’acquisto di vini spumanti esteri.

Brexit anche per il vino

Verranno piantati 70 ettari quest’anno ed 80 il prossimo, ed occorreranno almeno sei o sette anni prima che i grappoli possano diventare Chardonnay; nonostante questo, l’azienda è convinta che il Kent diventerà il posto migliore per piantare una vigna. Un piano a medio termine, che denota molta sicurezza nel futuro del vino inglese, e soprattutto nel mercato interno. 

L’idea è quella di diventare il riferimento per il mercato UK dei vini spumanti, evitando quindi di importare le uve dal continente. Secondo Richard Lewis, responsabile dei vigneti di Chapel Down, le bollicine inglesi diventeranno presto paragonabili ai rivali esteri; l’unica incertezza nel futuro delle vigne è dovuto al fattore Brexit.

Infatti, se da una parte l’indebolimento della sterlina ha reso più costoso lo champagne e più abbordabili le bollicine inglesi, dall’altra c’è l’incertezza sulla forza lavoro. In vigna è necessaria una grande mano d’opera durante la vendemmia, ma per il resto dell’anno il personale si stabilizza su numeri minori. Occorre capire, secondo Mark Harvey, come regolarizzare la loro posizione, soprattutto se dovessero venire da oltre Manica.

Photo by Grant Ritchie on Unsplash

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