Stiamo assistendo ad una veloce crescita nella produzione del vino nel Regno Unito. Le statistiche pubblicate dal Dipartimento dell’Ambiente mostrano che la superficie dei vigneti cresce più di ogni altra coltura agricola.
Produzione del vino in veloce aumento
I vigneti inglesi sono infatti cresciuti del 21% fino al 1° giugno 2023, collocandosi davanti a cereali e frutta. L’uva rappresenta infatti il 36% del raccolto di frutti rossi, davanti a fragole e ribes nero, che si attestano al 21% ciascuno.
WineGB riporta un aumento della superficie viticola del 74% in soli cinque anni, fino a raggiungere gli attuali 4.300 ettari con previsioni fino a 7.600 ettari entro il 2032. Il che vorrebbe dire tra i 25 e i 29 milioni di bottiglie.
Attualmente nel Regno Unito ci sono 943 vigneti e contemporaneamente la produzione è passata da 5,3 a 12,2 milioni di bottiglie dal 2017 al 2023: significa un aumento del 130%. La quota più importante è quella dei vini spumanti, con il 68% del totale.
Le statistiche indicano
- 3.855 ettari per l’Inghilterra
- 70,3 ettari per il Galles
- 1,9 ettari per la Scozia
Il Kent, che è la zona viticola migliore per il vino nel Regno Unito, detiene il 26% della superficie viticola con 1.033 ettari, il West Sussex 570 ettari, l’East Sussex 493 ettari, l’Hampshire 380 ettari e l’Essex 325 ettari. La varietà più piantata è lo Chardonnay (31%), seguita da Pinot Noir (29%), Pinot Meunier (9%), Bacchus (8%) e Seyval (3%).
Il canale di vendita più importante è il commercio al dettaglio con il 41%, seguito dalla vendita diretta con il 30%. La quota delle vendite dirette è salita al 57% durante la pandemia. La ristorazione vende il 22% dei vini britannici, il 7% viene esportato.
Tassazione e attività legate al vino nel Regno Unito
Il turismo del vino è aumentato del 17% nel 2022 rispetto all’anno precedente e rappresenta il 24% delle entrate. 2.300 persone sono impiegate a tempo pieno nella viticoltura, 8.300 a tempo parziale o stagionale. Della rapida crescita del vino nel Regno Unito trovate notizia anche in questo post. C’è però un problema ancora non del tutto risolto relativo all’imposta sugli alcolici, che dal 1 agosto è stata legata all’inflazione. In questo modo i prezzi potrebbero aumentare, in media di 45 pence alla bottiglia (circa 50 centesimi di euro), e questo riguarderà per la maggior parte i vini fermi, a più alto contenuto alcolico.
Questa tassazione è valida sia per i prodotti alcolici autoctoni che per quelli importati, e quindi anche i vini italiani. Aggiungendo le tasse sui superalcolici, gli aumenti potrebbero essere davvero consistenti, secondo alcuni sarebbe il più grande aumento dell’imposta sul vino nel Regno Unito dal 1975. I vini con un volume alcolico pari o inferiore a 12,5% saranno invece meno colpiti, e quindi per gli spumanti non si dovrebbero registrare aumenti di prezzo. Secondo il CEO di WineGB, Simon Thorpe MW, insieme agli aumenti sul carburante, i costi di produzione e i prodotti a contorno, i prezzi al dettaglio dei vini subiranno per forza un forte aumento. Naturalmente per un settore in crescita come quello del vino, non è una buona notizia, per l’UK.
Anche Miles Beale, CEO della WSTA (Wine&Spirit Trade Association) è convinto che questa tassazione non porterà nulla di buono. La previsione è un aumento del 20% dei prezzi al dettaglio da settembre in poi. E come tutti i paesi produttori, ora anche il Regno Unito si scontra con la tassazione e le limitazioni agli alcolici.