È ormai ufficiale il ritiro di Robert Parker jr, all’età di 71 anni, dalla direzione di The Wine Advocate.

Il primo wine-influencer

L’annuncio è stato dato ieri, 16 maggio, direttamente sul sito web di The Wine Advocate dal capo editore, Lisa Perrotti-Brown MW, che nel post ha ripercorso la storia di Robert Parker jr.

Il primo numero della rivista uscì nel 1978, dove il lavoro veniva svolto quasi tutto da RPjr; acquistò sempre più popolarità, e nel 1998 raggiunse la bellezza di 45.000 abbonati.

Nonostante sia un personaggio controverso, soprattutto per i suoi stretti legami con alcune delle più note aziende di Bordeaux, l’unico scandalo che si ricordi è stato nel 2011; un reporter della rivista fu accusato di aver preso dei soldi per fare visita ad una cantina.

All’inizio le sue definizioni, i riconoscimenti olfattivi e sensoriali, un certo modo di scrivere le note di degustazione pomposo e roboante, suscitarono qualche risata. Oggi molti corsi da sommelier si rifanno proprio ai modi di scrivere delle recensioni di Parker.

Fu estimatore di vini potenti, fruttati fino ad essere marmellatosi, creò un movimento d’opinione attorno a se. Ancora oggi si parla di ‘parkerizzazione’ dei vini, che scontiamo ahimé nei vini di Bordeaux e California. Ma vi piaccia o no, è una delle figure più importanti nella critica, e nel mercato, del vino.

Nel 2012 Parker aveva ceduto parte delle proprie azioni per 15 milioni di $ ad un gruppo di investitori di Singapore, dove poco dopo aprì una sede. I report più importanti sono tuttora quello sulla Borgogna, sulla California e naturalmente quello più famoso, il report sui Bordeaux en-primeur.

Nel 2011 i report sulla California e quello sulla Borgogna passarono ad Antonio Galloni, e nel 2013 a Neal Martin e Jeb Dunnuck. RPjr rimase titolare del rapporto sui Bordeaux en-primeur fino al 2015, e passò poi l’incombenza a Neal Martin.

It is with mixed feelings that I announce that Robert M. Parker Jr. will, as of today, be formally hanging up his wine criticism boots and retiring from Robert Parker Wine Advocate. (Lisa Perrotti-Brown MW sul sito web di The Wine Advocate)

L’invenzione dei punteggi con la ormai famosa e copiatissima scala a 100 punti, fu un colpo di genio a cui quasi tutti poi si adeguarono. Essere un Parker’s 90plus-points wine è diventato un obiettivo da raggiungere per un enorme numero di grandi aziende vinicole.

As I retire from The Wine Advocate, I have the honour of passing the baton to our wonderful team

La bravura di Parker fu principalmente quella di creare un gruppo di persone (oggi parleremmo di community) che attendevano le sue note di degustazione prima di comprare una bottiglia di vino.

In pratica Robert Parker jr è stato il primo, ed inimitabile, wine-influencer.

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