Una bottiglia del 2014 di Nerello Mascalese che valga la pena di far attendere, e che non deluda le aspettative, non è semplice da trovare.

Ma se ne avete una di Francesco Guccione, andate sul sicuro che questo è un buon momento per stapparla e gustarla.

Il NM, la sigla che Francesco stampa sulla sua etichetta, è un vino che non fa sconti, non ha morbidezza avvolgente, non è piacione, non è tante cose.

Ma è tante, tante altre.

Degustazione

Insomma, iniziamo come da manuale con la stappatura, togliendo la caratteristica protezione in cera che Francesco utilizza per sostituire la capsula. Tranquilli, si toglie comodamente con il coltellino del cavatappi, basta inciderla.

Il colore del vino è piuttosto scuro, attenti quando lo versate altrimenti rischiate di portarvi appresso anche i residui, presenti visto che non si effettua filtrazione spinta del vino, e che sono una componente di apporto delle caratteristiche del vino.

Al naso è delicatamente animale, speziato il giusto, profumato di mallo di noce e dattero, erba falciata di fresco, vagamente medicale.

Il sorso è stato ampiamente annunciato dal suo aroma, con un tannino  irresistibile per quanto è tenace, evocatore di contadini cotti dal sole ma ben equilibrato dai 14° alcolici che regalano la giusta quantità di frescura al palato. Il sentore di mora è fondamentale per assicurare l’equilibrio della bevuta, e la sua acidità anche. La morbidezza non è avvolgente, ma è una pista in tartan dove le sensazioni si muovono facendo footing. Insomma, non è la prima cosa che viene in mente rispetto a tutto il resto. 

Finale discreto, non lunghissimo ma che lascia il segno nei sensi dell’olfatto e del gusto, una bottiglia che si fa presto a terminare, in compagnia di amici e di un arrosto di cacciagione con contorno di spinaci conditi solo con limone.

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