Ci sarà solo Prosecco italiano in Cina, grazie ad un accordo raggiunto fra Italia, Cina e UE. Forse conoscete già la vicenda, ve la riassumo in poche righe. Da decenni ormai c’è una disputa tra l’Italia e l’Australia per il nome del Prosecco. In Australia infatti si produce vino da uve glera fin dal 1999 quando fu importato dal produttore veneto Dal Zotto. Ovviamente l’ha chiamato Prosecco, visto che all’epoca c’era confusione fra nome del vino e nome dell’uva.
Glera e non Prosecco
L’Italia, dopo aver vinto la battaglia del Prosecco in Europa nel 2006, ha pensato giustamente di fare la stessa cosa con l’Australia, e finalmente iniziano ad arrivare i primi risultati. La strategia non è impedire ai produttori australiani, che hanno anche una strada del vino dedicata al Prosecco, di produrre questo vino. Anche se più dispendiosa in termini di tempo e di sforzo, il Consorzio ha pensato di rendere difficile, o impossibile, vendere vino Prosecco prodotto in Australia.
Una prima vittoria ci fu un paio di anni fa, ne ho scritto in questo post, quando in Nuova Zelanda fu approvata la normativa che prevede che entro 5 anni non sarà più possibile importare vino Prosecco prodotto in Australia. Naturalmente i produttori di laggiù potranno continuare a fare vino da uve glera, ma per esportarlo in Nuova Zelanda non potranno chiamarlo Prosecco.
Ora lo stesso accordo è stato raggiunto con la Cina, mercato naturale dei prodotti australiani e dove il nostro vino è particolarmente apprezzato. Il Consorzio di tutela del Prosecco Doc infatti ha stipulato un accordo con il governo cinese per la registrazione del marchio Prosecco anche usando ideogrammi cinesi.
Accordi Italia-Cina-UE
Quindi potrà esserci solo Prosecco italiano in Cina, almeno per quel che riguarda la DOC. La registrazione del marchio già era attiva, ma gli australiani avevano obiettato che si dovevano usare i tipici caratteri cinesi. Risolta la controversia, ed ora i produttori italiani potranno esportare nelle enoteche di Pechino il Pu Luo Sai Ke, che sarebbe il nome cinese del Prosecco.
Nel 2014, a garanzia della denominazione, il Consorzio della Doc ha depositato il marchio Prosecco in Cina. I produttori di vino australiani rappresentati dalla Australian Grape and Wine avevano contestato questa decisione. L’associazione ha cercato di ostacolare la tutela dell’IG Prosecco per impedire la registrazione del marchio. A questo punto però, la Cina si è schierata con l’Italia. L’Ufficio marchi cinese ha respinto l’opposizione dell’Australia con la seguente motivazione: “Il Prosecco, essendo un’indicazione geografica, è adatto a svolgere la funzione di marchio per distinguere l’origine dei prodotti“.
L’accordo raggiunto fa parte dell’accordo più generale per la protezione delle indicazioni geografiche, stipulato tra UE e Cina. La vicenda andava avanti da un paio di anni, e finalmente l’Alta Corte di Pechino ha respinto il ricorso australiano, dando ragione al Consorzio del Prosecco Doc.