NightmareO anche Nightmare Before Christmas, se è per questo.

L’AIS Roma, fondamentalmente una ‘costola periferica’, si è sganciata dall’AIS.
In genere, dal distacco di una costola nasce sempre un nuovo soggetto, perché altrimenti la costola da sola non serve a niente se non c’è almeno un po’ di ciccia attorno.
Qui però dobbiamo cercare di essere chiari: stiamo parlando dell’AIS Roma o del suo direttore, Franco Maria Ricci?
L’email con cui FMR dichiara la cesura dal corpo principale è questa; in pratica dice che tutti quelli iscritti ad AIS Roma si ritroveranno automaticamente iscritti alla FIS, Federazione Italiana Sommelier (con la s finale, senza, non lo so).
I toni dell’email di Ricci sono, come sempre, roboanti, pieni di nomi con la maiuscola anche quando non serve, cita più volte le Istituzioni, il Ministro, manca il Papa e poi siamo a posto.
Insomma, in pratica dice: voi (iscritti AIS Roma) siete roba mia, ed io decido di farvi passare alla mia nuova creatura, che ancor meglio di prima spanderà il proprio sapere enoico in giro per il mondo.
C’è di fondo un problema lessicale, innanzitutto: Federazione significa che più soggetti, ad esempio un certo numero di Nazioni, o di Associazioni, o di sigle sindacali, si uniscono insieme per dare più peso a problemi comuni. Una Federazione Italiana Sommelier da quali soggetti dovrebbe essere composta, oltre che dagli stessi soci? O forse esistevano anche, ed io non lo sapevo, l’AIS Garbatella, l’AIS Centocelle, l’AIS Quadraro, che si uniscono in Federazione?
C’è poi un problema legale: chi ha pagato l’iscrizione ad una associazione non può trovarsi iscritto ad un’altra senza che gli venga chiesto se ne ha voglia o meno. O forse non è un problema da avvocati, ma sicuramente di buone maniere si. E torniamo al ‘siete roba mia’ che dicevo poco sopra.
Se vi divertite a leggere gli editoriali di Ricci su Bibenda, sapete che i toni del personaggio, e lo stile, è proprio questo: noi siamo i più bravi, gli altri se ne vadano a casa, il Ministro (di qualunque cosa) deve parlare con noi e non altri, noi facciamo la guida più bella, la rivista cartacea migliore, noi non frequentiamo la Internet, non lo vogliamo fare.
E continuando, noi il vino naturale non lo vogliamo, non lo beviamo, non esiste, è solo aceto; a meno che non lo faccia Cotarella, ovviamente, che gli toglie i solfiti e lascia tutto il resto dentro. I vini che qualcuno definisce tossici, noi li premiamo.
Ancora, ma dove la trovate una serata di premiazione con la banda dei bersaglieri che entra a passo di corsa strombettando tra i banchi?

In perfetto stile declamatorio, gli editoriali del Nostro (vostro, loro?) hanno sempre e solo affermato la bravura non dell’AIS tutta, bensì dell’AIS Roma, la sua creatura, la sua e solo la sua.
E’ un peccato, perché poi la quasi totalità degli articoli della rivista sono ben fatti, documentati, ben scritti; la competenza degli scriventi però viene di molto appannata dalla lettura della prima pagina della rivista, quella appunto con il FMR-editoriale.
AIS Roma era diventata una associazione dedita al marketting (…) estremo, tra premi ai soliti noti e libri di Bruno Vespa, passando per la consegna del diploma di Sommelier Onorario ad ogni nuovo Ministro dell’Agricoltura. Il prodotto che veniva pubblicizzato era uno solo, lo stesso Ricci.
Era lui l’unico soggetto al centro della scena, con abili comprimari che gli tenevano bordone, l’unico prodotto sullo scaffale.
Nell’editoriale di Bibenda 82 del 22 novembre 2013, tentando di spiegare perché nella guida non ci siano più le note organolettiche, scrive che ha preso la decisione ‘dopo essermi consultato con i collaboratori, compreso Antonello Maietta‘; questo è, a mio avviso, il palesarsi delle ostilità tra AIS Roma ed AIS.
Come scrive lo stesso Maietta sul sito AIS, questa è la ‘Fine di un incubo‘; un titolo forte, un contenuto contratto dove si sente la penna che stride sul foglio, desiderosa di vergare altre parole che un senso della misura perduto avrebbe lasciato scorrere.
Il rischio, quasi la certezza immagino, fino a che non verranno risolti i molti problemi legali che inevitabilmente nasceranno, è che Roma non abbia più una delegazione AIS.

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