Ritornano i post basati sugli appunti di Emanuele Giannone, il nostro inviato a Montalcino, per raccontarci l’annata e gli assaggi da Benvenuto Brunello 2017.

Anche quest’anno proveremo a seguire un filone che, ad oggi, direi musicale, ma che potrebbe cambiare in corso d’opera. D’altro canto, il vino si modifica (quando è fatto bene), migliora, peggiora, presenta aspetti che all’inizio non sospettavamo. Così sarà la serie di questi post che, come vedete già dai titoli dei paragrafi, si occuperà di note. Di degustazione o musicali, va bene lo stesso. Avviso subito i naviganti che sto passando alla mia fase blues, quindi se vedrete qualche nota che non capite tranquilli.

Spero vi piacciano almeno le immagini che ho pensato per introdurre gli articoli, sulla qualità dei quali non si discute. (Wine Roland)

45rpm-VERSION

La versione a 45 giri è più onesta. Non concede nulla a svolazzi, firulì-firulà e soprattutto al vizio incallito del confronto, specialmente quello tra grandezze inequiparabili.

La 2012 è un basso.

Quintessenziale.

Amalgama i suoni, sostiene gli acuti, tiene il basso armonico della melodia.

In quest’annata risuona in tantissime versioni: è come aprire un archivio sonoro e trovarvi Melissa auf der Maur, il Concerto di Bottesini, Chris Squire, Jaco Pastorius, il drum and bass, John Entwistle, Chemical Brothers, Tony Levin, Flea, il dubstep, Family Man Barrett, Greg Lake, Sergej Kusevickij, Bill Wyman e molto altro ancora. La 2012 è una riserva di bontà, sia in potenza, sia in atto. Una lezione e un piacere.

C’est tout.

Fine.

Ah, giusto una nota succinta sull’andamento climatico, tanto la copio. Ebbene: l’inverno ci tenne caldi, coprendo la terra di neve obliosa. L’estate ci sorprese con uno scroscio di pioggia (a fine agosto) quando l’arida pietra non dava più suono d’acqua.

Dopodiché, avanzammo nel sole.

Per ulteriori informazioni vd. The Waste Land.

EXTENDED VERSION (FIRULÌ-FIRULÀ)

Esentata grazie alla 2011 dal confronto diretto con un’annata-modello, la 2012 è comunque tanto buona e varia da ridurre a puntiglio e punteggi le smanie di confronto.

Un’annata bella e corale, piena di temi e variazioni, eclettica nel presentarsi in molteplici varianti di qualità nel complesso elevata.

Tra i fattori distintivi: l’andamento ancora una volta erratico del clima, peraltro amministrato nelle fasi più critiche con misure rivelatesi, calici alla mano, idonee (una questione di manico, ma afferente più ala téchne che allo stile); la dote inestimabile di un territorio frastagliato, una gemma dalle facce innumerevoli, in cui ognuna riflette luce con tono, intensità e calore diversi; quanto ai vini, lo slancio, l’energia e la vitalità, la ricchezza e la purezza del frutto, in prevalenza rosso, succulento e maturo, la maturità dei tannini e la naturale, infusa freschezza.

In sintesi, nonostante il clima poco in linea con i crismi della grande annata, nonostante la solita pattuglia di eccezioni sfocate – ora maggiorate, odorose di belletti, vinili, fantasie balsamiche da imbalsamatore, cremini e bonbon, dalle bocche come shrapnel di frutti saturanti, dolci e scuri, tannini maschianti e alleganti, ora ignave, diafane e snervate; ebbene, nonostante tutto, la 2012 è proprio bella.

E piccola: la più piccola degli ultimi 50 anni per quantità prodotta.

La bellezza è soprattutto nel campo di variazione: hanno convinto, talora entusiasmato, tanto certi vini complessi, austeri e profondi, di grande concentrazione ma affatto composti e bilanciati, quanto altri più immediatamente coinvolgenti, dall’equilibrio fondato su droiture, slancio, intensità e partecipazione gustativa.

È stato ancora una volta un grande divertimento per critici e tifosi, enciclopedici e monotematici, modernisti e classicisti.

Lo è stato soprattutto per gli amatori, ovvero quegli entusiasti, indecisi e trasversali che compendiano in proporzioni variabili tutte le categorie e possono presentarsi al Benvenuto Brunello come si sedevano al banco di scuola: da studenti, dimenticando i titoli, per imparare.

Non per giudicare.

Qualche nota in più sul clima: si è partiti con un inverno inizialmente mite e poco piovoso, seguito da un febbraio rigido e con precipitazioni abbondanti, anche nevose, a compensare la scarsa piovosità della prima fase e ad alimentare le riserve idriche.

Fine di marzo molto fredda, con alcune gelate, primavera regolare, poi tre mesi di caldo molto intenso, sulla falsariga del 2011.

Le piogge di fine agosto sono sopraggiunte appena in tempo a spegnere l’allarme rosso delle riserve in esaurimento (e lo stress delle viti).

Settembre si è rivelato decisivo grazie a temperature miti e soprattutto al gradiente termico, che ha agevolato la maturazione fenolica. Percorso accidentato, insomma, con lieto fine: i vini non sembrano avere risentito delle fasi critiche, la freschezza del frutto è nella maggior parte dei casi intatta, i tannini maturi.

Ulteriore nota di soddisfazione: all’anteprima quasi nessun vino in riduzione.

Meno fortuna aveva avuto Walter Speller nel suo giro di degustazioni ante-anteprima.

Summa summarum: concentrazione e corpo ben gestiti nelle versioni più austere, finezza non estenuata, spontanea e articolata, in quelle più agili e ancora freschezza infusa, tannini tra radenti e grifagni, giovanili ma sempre maturi e buoni.

Molto equilibrio, pochi equilibristi.

Un gran bel bere.

Gli esperti dicono che sarà anche un gran bel conservare.

Così il già citato Walter Speller:

In some instances, the compactness as well as the richness of the tannins made me think of the fiercely tannic Nebbiolo rather than of Sangiovese, and the majority of the wines will need considerable ageing. I would even go so far as to say that if you do not age this vintage, you will miss out on its future complexity as well as a much more hedonistic experience than right now. That this vintage is considered seriously ageworthy was emphasised by a producer who told me that in the long run the 2012s will easily eclipse the 2010s in ageing capacity

Andiamo a vedere.

Benvenuto Brunello 2017

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2 pensiero su “Benvenuto Brunello 2017 – Intro”
    1. Grazie per l’apprezzamento, a nome di Emanuele e naturalmente mio. Ti ricordo che è possibile acquistare le note delle edizioni 2012, 2013, 2014 sia da sole che tutte e tre insieme. E grazie per il tuo passaggio nelle Storie del Vino!

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