Anche gli NFT per il vino non sono più un argomento di marketing, è sparito l’entusiasmo iniziale ed ora forse inizieremo a vedere qualcosa di interessante. In genere funziona sempre così, un periodo iniziale in cui un sacco di gente si getta nel mare dell’innovazione, con tanto entusiasmo e soldi da spendere magari approfittando di qualche fondo europeo. 

NFT e vino non sono più una coppia vincente?

Ora qualcuno sta iniziando a pensare come usare sul serio questa tecnologia, insieme alla blockchain che fa funzionare gli NFT. Ad esempio Samuel Falic, co founder e presidente di Blockbar, piattaforma digitale per la vendita di vini, distillati e alcolici di lusso. Naturalmente tutti prodotti registrati su blockchain. Se volete qualche indicazione sulla blockchain potete leggere questo mio post qui sul blog. Naturalmente se siete interessati all’uso degli NFT nel mercato del vino, potete iniziare da questo post.



Blockbar è sia un marketplace che una società che offre servizi di stoccaggio, logistica e assicurazione per distillati e vini da collezionisti. Secondo Falic gli NFT saranno una rivoluzione come è stata quella delle carte di credito e seguiranno la stessa evoluzione, all’inizio la usano in pochi e poi non se ne può più fare a meno.

Naturalmente gli NFT sono una tecnologia completamente nuova, o meglio, è nuovo l’utilizzo che si fa di una tecnologia consolidata come quella della blockchain. E proprio come è successo con le carte di credito, un settore dove inizialmente c’erano molti truffatori e situazioni poco chiare, anche per gli nft alla fine sta diventando più conveniente usarli legalmente che non il contrario. Insomma la previsione è che fra quattro o cinque anni useremo gli NFT con la stessa facilità con cui oggi usiamo la carta di credito.

Gli NFT, una tecnologia ancora utile?

Non è solo una questione di moda, l’uso di questa tecnologia può aiutare a risolvere i problemi di contraffazione che pesano sul settore degli alcolici pregiati, e non solo quelli. 

Cominciamo proprio con la collezione di vini e distillati, e sulla difficoltà di avere  tutte le informazioni necessarie sulla bottiglia, come ad esempio sapere quante bottiglie sono state prodotte e quante ne sono state vendute. Mancano le informazioni su come sono state spedite e conservate, e quindi sullo stato di conservazione. Se poi la bottiglia arriva dal mercato secondario, quindi aste e compravendite private, allora le zone grigie rischiano di aumentare ed è per questo che un certificato di autenticità potrebbe essere utile, anche se poi c’è il problema di certificare l’autenticità del certificato di autenticità. Risolvere questi problemi con l’uso degli NFT potrebbe sembrare una buona soluzione, un certificato digitale non falsificabile grazie agli algoritmi della blockchain, fatto in modo che il suo hash, cioè il numero identificativo, rimandi alle informazioni che servono ai collezionisti. 

Nuovi sviluppi, forse

Di certo l’uso degli NFT per il vino non è la soluzione definitiva, visto che è possibile creare un certificato vero ma che non rimanda a nessun oggetto fisico, e quindi un certificato di autenticità di una cosa che non esiste. Non riuscirà a risolvere tutti i problemi però potrebbe dare più sicurezza agli stessi collezionisti, espandere il mercato anche a chi non è pratico di questo settore. 

Il collezionista tipico è un uomo di 40-60 anni e quindi le aziende vogliono conquistare i più giovani che si stanno interessando sempre di più ai liquori premium. Ed ovviamente sono proprio i più giovani ad essere più interessati ai Not Fungibile Tokens. 

Le statistiche di OpenSea, una delle piattaforme più grandi per lo scambio degli NFT, dicono che il 60% dei loro clienti ha meno di 35 anni e che la maggioranza si trova nella fascia fra i 18 e i 34 anni. Per fare in modo che gli NFT per il vino siano un buon affare, occorre mettere insieme queste statistiche con quelle del consumo degli alcolici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.