Secondo il report di Nomisma-Wine Monitor del mese scorso, le giovani generazioni non cercano nel vino le stesse caratteristiche di noi vecchi wine lovers, e quindi i drink a base di vino e sidro sembrano avere un buon futuro.
Il trend dei vini della Gen Z
Naturalmente è presto per gridare alla crisi del settore vinicolo, perché nonostante le basse vendemmie e la diminuzione dei consumi, il mercato è ancora ampiamente remunerativo. Per questo motivo da parecchi anni si sta cercando di capire quali siano i gusti di bevute dei consumatori legalmente più giovani. Qualche anno fa erano i Millennials, e si diceva che non volessero bere vino, ora è la Gen Z, i giovani di 25 anni insomma.
Il report in realtà è prodotto con la tecnica del sondaggio, e quindi non ci sono veri e propri dati di vendita analizzati. Ma sicuramente la wine industry ormai non può più evitare di guadare il mercato delle giovani generazioni. Ho già parlato della crescita dei drink nel settore beverage, potete leggere qualcosa su questo post. Di certo i consumatori più giovani hanno parametri diversi per le loro esperienze di bevute, e mescolare vino e sidro sembra una delle ultime tendenze. Poca attenzione al territorio, ricerca delle sostenibilità, e se i vini hanno meno alcol o addirittura dealcolati, anche meglio.
Soprattutto, come sottolinea Intravino, da dove ho preso l’immagine qui sotto visto che Intravino probabilmente è l’unico ad avere avuto un’anteprima del report, è la parte sulla poca importanza del terroir che danno i giovani, a far preoccupare produttori e operatori di settore. Di certo la ricerca di mix speciali a base di vino è una di quelle tendenze da non sottovalutare. Come scrive Eric Asimov sulla sua rubrica del New York Times:
Il vino è fatto fermentando uva o altra frutta, anche se distillati di mele e pere siano abbastanza specifici da aver costruito una propria categoria. Ma un numero crescente di produttori stanno nascondendo I loro stili mescolando vino e sidro, fermentando insieme uva e altra frutta, ottenendo risultati oltremodo deliziosi
dal New York Times – Eric Asimov
In realtà sembra più una tendenza dei produttori di vini naturali, forse più provati da altri dal cambiamento climatico e dai cambiamenti di mercato. Non c’è dubbio infatti che se i consumatori perdono interesse nel terroir, una delle basi dei vini naturali, questi produttori inizino a soffrire.

Naturalmente i numeri riportati sul NY Times sono relativi al mercato americano, piuttosto differente dal nostro, ma qui c’è un’altra cosa da imparare, ossia iniziare a recuperare i dati di vendita e di consumo e costruire serie analisi di mercato. Anche miscelare il vino con altre bevande, come succhi di frutta o sidro di varia provenienza, indica che i consumatori di oggi non hanno più le stesse aspettative di quelli di vent’anni fa. Se poi sia un bene o un male, lo vedremo fra qualche anno.
Non solo mixology del vino
Guardando al mercato internazionale ci si rende conto che i nuovi mercati, meno legati al territorio rispetto alle regioni vinicole europee, vanno per la loro strada. Sono anche più indirizzati dalle campagne di marketing, e quindi spumanti e vini premium sono obiettivo dei nuovi consumer. Ma il vino fermo, e non più solo le bollicine, stanno iniziando ad essere presenti sui banchi dei bartender. E tra vino e sidro forse può nascere davvero qualcosa di interessante.
Foto di Kaizen Nguyễn su Unsplash