Il Prosecco, probabilmente il vino italiano più esportato, osannato, ammirato e bistrattato, si produce in due regioni ben specifiche: il Veneto e l’Australia.

Prosecco, nome conteso

La vicenda del nome è ben nota: Prosecco è una cittadina del Friuli che ha prestato il proprio nome a quel vino, visto che i friulani non lo hanno mai bevuto o prodotto. E’ stato cambiato il nome all’uva, che da uva prosecco è tornata ad essere chiamata glera.

E la glera può essere prodotta dovunque sia in grado di crescere e da chiunque, in tutto il mondo, come lo chardonnay o il sauvignon: basta che il vino non si chiami Prosecco, che è un nome tutelato dalle normative europee e dal fatto che è il nome di una cittadina italiana. Come già accade con Champagne o Bordeaux, che sono tutelati anche in Australia.

Certo, nessuno vieta di chiamare una città australiana con il nome di Prosecco, così come esiste Venice in California, un quartiere di Los Angeles, o Palermo in Nord Dakota e Rome in Georgia. C’è una Roma anche nel Queensland, in Australia.

Quindi, potrebbero anche costruire una città e darle il nome della cittadina friulana, i due posti sono abbastanza lontani per evitare confusioni.

Ricorso italiano e risposta della WFA

Solo che gli Australiani non potrebbero produrre un vino dal nome Prosecco, ed invece lo fanno.

Dove si trova la King’s Valley: loro sono lì

La glera fu importata in Australia nel 1999 da un emigrato italiano da Valdobbiadene, Otto dal Zotto, che oggi produce ben 5 tipologie di bottiglie con la denominazione di Prosecco nella regione della King’s Valley.

Un vino Italian Style che, come ovunque, anche in Australia fa ottimi numeri, visto che la metà dei 60 milioni di AU$ di valore di questo vino proviene proprio dalla King’s Valley.

L’obiettivo dei viticoltori australiani è arrivare nel 2020 ad un valore di 200 milioni di AU$.

Nel 2013 l’Italia ha avanzato la richiesta di registrazione del marchio di Identificazione Geografica del nome anche in Australia, ma è stata rigettata dalla Winemakers’ Federation of Australia perché la registrazione europea del marchio era avvenuta solo nel 2009, mentre la federazione dei vinicoltori australiani usava questa denominazione già dai primi anni 2000.

It’s quite a sleight of hand for the Italians to claim prosecco as a GI when for so long it’s been a grape variety  it’s a commercial clawback opportunity (Ross Brown della Brown Brother, una delle 5 aziende che producono vino con etichetta prosecco in Australia, The Weekly Times)

Reclamare il prosecco come Identificativo Geografico è un po’ un trucco da parte degli Italiani, quando per tanto tempo questo nome identificava una varietà di uva… è un tentativo di recupero commerciale

Il The Weekly Times, quotidiano australiano molto letto in provincia, è chiamato The Bible of the Bush, in pratica la Bibbia dei burini.

La guerra delle strade del vino

Il mercato naturale per il prosecco australiano è il Regno Unito, dove con questo vino cercano di riconquistare il terreno perduto negli ultimi anni; la maggior parte del vino australiano viene acquistato dalla Cina. 

Gli Australiani hanno anche organizzato la King Valley Prosecco Road, una strada del vino del Prosecco, e vi invito a visitare sia il loro sito che quello della Strada del Prosecco e vini dei colli Conegliano e Valdobbiadene

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