Ho già scritto della diminuzione di produzione e in particolare del trend del vino rosso. L’OIV, Organizzazione Internazionale del Vino e della Vigna, aveva inoltre pubblicato altre informazioni in merito a questi dati.
Il report è interessante perché mostra l’evoluzione dei modelli di produzione dei vini, negli ultimi 20 anni, non solo rossi e bianchi ma anche rosati. L’OIV ha analizzato i dati dividendo le annate in tre periodi di tempo, 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2021. Secondo questo report, quindi fino al 2021 compreso, l’Italia era alla testa dei maggiori produttori di vino rosso, con il 17,3% di tutta la produzione. Segue la Francia, con il 13,9% nell’ultimo periodo. Precedentemente però le percentuali erano maggiori, 21,9% e 15,9% rispettivamente. Questo arretramento dei due maggiori produttori di vino mondiale sta facendo salire la Spagna come produttore di vino rosso, con il 13,5%. Nel 2021 c’è stato il sorpasso della Spagna sulla Francia nella categoria dei rossi.
Produzione mondiale in calo
Subito dietro è la Cina tra i top 5 maggiori produttori di vino rosso, superando Argentina, Cile e Stati Uniti, che però sono in crescita. Questo significa che potrebbero cambiare le posizioni nei prossimi anni.
Per il vino bianco, l’Italia è ancora, dai dati 2021, il primo produttore con il 21,1% della produzione mondiale, seguita dalla Francia con 15,4% e la Spagna con 14,2%. Tra i produttori di vini bianchi la produzione degli Stati Uniti, saliti al quarto posto in questa speciale classifica, è in aumento. Seguono Sudafrica, Australia e Germania.
Nella produzione di vini rosati, la Francia rimane in ogni caso in testa, crescendo dal 24,4% del 2000 al 31,9% del 2021. Dietro troviamo Spagna e i sorprendenti Stati Uniti, che a quanto pare confermano la loro voglia di rosé.
Meno rossi, più rosati
Il trend del vino rosso è in diminuzione rispetto al 2004, il bianco ha superato la produzione di rosso arrivando al 49,3% della produzione mondiale. Il 2023 non è stato in generale un buon anno per la produzione di vino, di questo ne ho ampiamente scritto anche nella mia newsletter. Aggiungiamo poi condizioni climatiche che hanno portato alla peronospera e alla siccità: potete leggere cosa racconta Marilena Barbera in questo post su Vinix. L’Italia non è più il maggior produttore di vino, superata dalla Francia; viste le giacenze degli anni precedenti, potrebbe non essere una cattiva notizia.
Al contrario, per gli Stati Uniti è stato un buon anno, anche per il trend del vino rosso, con una produzione superiore a quella del 2022 e in crescita. La situazione della produzione mondiale è molto varia, però, visto che l’emisfero sud ha sperimentato una forte diminuzione, l’unica a migliorare è la Nuova Zelanda, con un livello produttivo 2023 superiore alla sua media. Sono confermati i livelli previsti, ossia un calo del 7% rispetto al volume del 2022, già in declino rispetto al 2021.
Previsioni difficili nella produzione di vino
Vedremo la reale situazione nel corso del 2024, quando tutti i dati saranno a disposizione: quelli della Cina non sono ancora stati pubblicati. E fare previsioni risulta ancor più complicato, vista la variabilità anche nel breve periodo delle condizioni climatiche. L’elevata volatilità dei volumi di produzione, insomma, deve ancora essere completamente spiegata.
I livelli produttivi sono i più bassi dal 1961; i tre maggiori produttori di vino, Italia, Francia e Spagna, sono responsabili per il 50% di tutta la produzione mondiale. Quindi un calo significativo in uno di questi paesi, così come Cile o Sudafrica che hanno subito un calo tra il 10 ed il 20%, si trasforma in un forte contraccolpo in tutto il pianeta. Italia, Spagna e Grecia sono i Paesi che hanno sofferto maggiormente le condizioni climatiche avverse durante la stagione di crescita. Il trend del vino rosso è diventato quindi negativo, e le condizioni climatiche cambieranno anche il modo in cui si farà il vino. Solo gli Stati Uniti e alcuni Paesi dell’UE, come Germania, Portogallo e Romania, hanno registrato condizioni climatiche favorevoli, arrivando a volumi superiori alla media.
Le condizioni climatiche estreme, gelate precoci, forti piogge e siccità, hanno avuto un impatto significativo sulla produzione dei vigneti mondiali. Tuttavia, in un contesto in cui il consumo globale è in calo e le scorte sono elevate in molte regioni del mondo, la bassa produzione prevista potrebbe portare equilibrio sul mercato mondiale. Insomma, il futuro del vino è in rapida evoluzione, e sarà interessante vedere cosa accadrà. I maggiori produttori di vino dovranno farsi carico anche della ripresa del mercato.