La COP28 si è conclusa ormai da un paio di mesi, forse è andata meglio di quanto ci si potesse aspettare o forse no. Dovremo aspettare di vedere le cose che si realizzeranno di quelle che si sono stabilite durante l’evento, ma certo la sostenibilità della Coca-Cola non sembra tra queste.
Il beverage vuole essere sostenibile
Sono tanti i settori di mercato che stanno orientando le loro linee di produzione verso direzioni più sostenibili, a volte questo è greenwashing ma a volte no, e comunque l’innesco dei miglioramenti dei processi di produzione sarà come sempre la sostenibilità economica. Nessuna azienda fa niente per niente, quindi anche la sostenibilità ambientale deve essere conveniente. I premi per le aziende più green quindi servono? Sicuramente fanno curriculum, per le aziende, le fanno diventare più appetibili e più simpatiche ai consumatori, e quindi aumentare le vendite. I premi servono anche per spingere altre aziende a seguire un percorso di sostenibilità, per creare prodotti ecocompatibili.
Comunque sia, a ottobre si sono tenuti a Londra i Drinks Sustainability Awards organizzati da Footprint, una associazione che lavora per migliorare e promuovere i temi della sostenibilità fra le aziende di prodotti alimentari e delle bevande e spesso lavorano come consulenti per il governo britannico nell’organizzazione di eventi dedicati alla compatibiità ambientale. Sono state premiate aziende che si occupano di usare materiali innovativi per il packaging e chi prova a diminuire scarti e rifiuti, sia durante i processi industriali che dopo aver venduto il prodotto, minimizzando quindi i contenitori, ottimizzando i packaging.
Tra gli eventi della manifestazione c’è l’iniziativa waste2zero, ossia zero rifiuti, naturalmente con dei premi dedicati. I rifiuti rappresentano una delle maggiori sfide globali di oggi e le due maggiori aree di spreco sono il cibo e l’imballaggio. Il cibo viene ancora sprecato in ogni fase della filiera – spesso prima ancora di arrivare in tavola – mentre l’imballaggio – un male necessario, crea problemi ambientali sia con la produzione che con lo smaltimento.
Lotta alla plastica
La plastica è naturalmente la bestia nera, c’è tutto un dibattito sui contenitori monouso, insomma trovare un equilibrio potrebbe non essere per niente facile, a meno di trovare nuovi materiali meno dannosi per l’ambiente. Nel frattempo le microplastiche si sono rivelate estremamente pericolose per la catena alimentare. Molte buone pratiche sono in evidenza, ma rimane prevalente anche un’inaccettabile cultura dello spreco. L’obiettivo del programma waste2zero è quello di fornire all’industria del food and drink una piattaforma per mostrare le migliori pratiche e condividere i risultati.
Una giuria d’élite, composta da esperti di rifiuti, imballaggi e sostenibilità, ha esaminato le innovazioni e le iniziative di organizzazioni grandi e piccole in settori quali la gestione delle risorse, il ciclo chiuso, il riciclaggio e la ridistribuzione degli alimenti. È evidente la leadership di alcune organizzazioni del settore che stanno dimostrando strategie operative che riducono l’impatto dei rifiuti sull’ambiente a monte e a valle delle catene di fornitura.
Premio per la Coca-Cola
Per quanto riguarda l’innovazione nel campo del riciclo, il premio è andato alla sostenibilità della Coca-Cola, che ha introdotto su tutte le sue bottiglie in PET riciclato la novità del tappo che non si stacca, insomma quello che rimane attaccato alla bottiglia.
Naturalmente non è un’invenzione della Coca-Cola, ma da febbraio 2023 tutte le bottiglie da 1 litro e mezzo hanno il tappo che resta attaccato. Per capirne l’impatto, considerate che Coca-Cola vende circa 110 miliardi di bottiglie, dati del 2021, ed ognuna di queste ha un tappo che prima doveva venire smaltito a parte, o non seguiva il processo di riciclo della bottiglia, e quindi diciamo da 50 a 100 miliardi di tappi in giro per il pianeta che non venivano riciclati o riutilizzati. Il fatto che sia un gigante del genere a prendere iniziative anche piccole per la sostenibilità ambientale, introduce un fattore di scala enorme su ogni azione anche piccola. Anche usare bottiglie in rPET è una pratica che va verso la sostenibilità della Coca-Cola.
Greenwashing o marketing?
Certo, anche qui possiamo dire che sembra un caso eclatante di greenwashing: dopo aver inondato il pianeta di plastica e alluminio ora si mettono una mano sulla coscienza per far vedere che stanno facendo qualcosa per il pianeta.
Vero, come è vero che il fatto di lasciare i tappi attaccati alla bottiglia è una modifica del processo produttivo delle bottiglie che incide sui costi. Qui sarebbe interessante sapere se questi costi siano riassorbiti sul prezzo finale del prodotto oppure li continuiamo a pagare noi. In ogni caso la sostenibilità della Coca-Cola dovrà essere qualcosa in più di qualche tappo attaccato alla bottiglia. Però è un passo importante, perché diminuire i rifiuti significa che ci sono meno spese per il loro smaltimento, oltre ad una diminuzione di roba di plastica in giro per il pianeta. Quindi alla fine la bilancia è a favore dell’ambiente, anche se dovremo pagarlo noi invece di chi il problema ha contribuito a crearlo.