Francia, Note di degustazione

Le Raisin et l’Ange rosé S 2008

Ogni tanto si riescono a trovare delle piccole curiosità, sugli scaffali dell’enoteca; e se gli scaffali sono quelli di Les Vignerons, si può star certi di trovarne di interessanti, come un rosé del Rodano, più esattamente della regione dell’Ardéche.
Ultimamente mi capita sempre più spesso di bere vini rosati, ma questo Le Raisin et l’Ange 2008 è qualcosa di diverso.

Vini e vigneti

L’Ardeche è un dipartimento della regione del Rodano, non fa parte di nessuna appelation,  ma alcuni territori rientrano nella AOC Cotes du Rhone. Comprende 10500 ettari di vigneto e vi lavorano 1700 viticoltori organizzati in cooperative, per un totale di 15 milioni di bottiglie di cui il 20% vendute all’estero. L’Ardeche è il primo produttore di vini rosati francesi della regione.
Il produttore de Le Raisin et l’Ange è Gilles Azzoni (qui un bel post su Wine Terroirs)  che possiede vitigni di Syrah, Grenache e Viognier; parte delle vigne è piantato con Roussanne, Marsanne e Merlot. Produce soprattutto cuvée, il Nedjma, Marsanne, Viognier e Roussanne, il Fable, Syrah e Grenache e l’Hommage à Robert, inizialmente nato con Syrah 50% ed in parti uguali Merlot, Cabernet e Grenache.
Interessante è lo Zebrure, letteralmente ‘zebrato’, visto che Azzoni lo produce assemblando alternativamente due parti di Syrah ed una di Petit Marseng, poi ancora due di Syrah ed una di Petit Marseng, e così via fino al raggiungimento della colmatura del serbatoio.
L’Hommage à Robert nacque nel 2000 in omaggio al vecchio proprietario delle vigne, e fu anche il primo vino naturale del domaine. Questo è il motivo per cui non rientra in alcuna AOC ma può essere venduto solamente come Vin de table.
Negli anni successivi questa cuvée è diventata il prodotto principale del domaine ed ha preso il nome di Le Raisin et l’Ange, nome che poi è diventato quello della cantina, modificando anche l’assemblaggio. Oggi è composto da un terzo di grenache e due terzi di syrah, utilizzando la tecnica della macerazione carbonica in stile Beaujolaise.

Note di degustazione

leraisinetlange-1Il rosè oggetto di questo post è Le Raisin et l’Ange rosè S 2008, Syrah e Viognier (dunque assemblaggio di un rosso ed un bianco, una caratteristica del produttore come vedete), con leggera macerazione carbonica e affinamento in acciaio. Lieviti indigeni e solforosa nulla completano il quadro.
Di color rosso cerasuolo, limpido e trasparente, appena versato nel calice inizia a sviluppare aromi di pesca e di ciliegia, di acacia e paglia essiccata, lievemente erbaceo. E’ però la notevole acidità acetica iniziale a rendere perplessi, non forte ma decisamente persistente come uno strato che sorregga il resto dei profumi. Non completamente sgradevole, si attenua man mano che il vino prende confidenza con l’ossigeno, lasciando solo un ricordo di se. A mio avviso questo fattore, che potremmo tecnicamente chiamare spunto acetico, non è necessariamente un difetto, se ben regolata e non invadente come in questo caso, ed anzi aumenta la freschezza olfattiva del vino.
Al gusto è analogamente spiazzante, con una leggera carbonica residua che migliora la freschezza generale del vino; tannini e morbidezza lasciamoli ad altri vini, ma il giusto tenore alcolico (11.5°) gli fornisce il giusto calore.
Il finale è decisamente vegetale, la bocca in equilibrio.

Abbinamento

Per le sue caratteristiche è un vino che può essere bevuto in molte occasioni, dall’aperitivo per accompagnare tartine in salsa di tonno e carote, ad un risotto al radicchio.
Non male anche con formaggi semistagionati, dà il meglio di se insieme ad un buon prosciutto stagionato o una salamella fresca.

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