Le notizie dal Mondo del Vino

Quarto mese di questa rubrica che mi diverte molto scrivere, e spero voi leggere, perché mi dà l’occasione di dare uno sguardo, una volta almeno a settimana, alle notizie più interessanti o curiose sul mondo del vino.

 Iniziamo subito a parlare del vino della Pennsylvania. Ricordate? La Pennsylvania è quello Stato dove il vino si può acquistare solo in appositi negozi dotati di controllo documenti ed alcolimetro, gestiti da impiegati statali. E’ uno dei pochi ancora rimasti in cui un privato non possa acquistare vino da un rivenditore estero ma sia costretto a comprarlo da un dettagliante locale. Però, ancora potevano bere vino francese, o italiano, o australiano o di dove volete voi. Adesso invece, se il Senato della Pennsylvania trasformasse in legge la proposta del parlamento regionale di Pennsylvania, i consumatori dello Stato potrebbero acquistare vino estero solamente in enoteche dello Stato, non potendolo più comprare dai rivenditori, gli unici autorizzati a trattare vini esteri. Insomma, gli USA esporteranno pure la democrazia, ma importare vino in Pennsylvania non si può.  

Restiamo ancora negli USA per mostrare invece una richiesta di assenza totale di regole. Perché, si chiede Steve Heimoff sul suo blog, lo Stato deve decidere quali parole sul vino siano lecite e quali no? Si riferisce a cose tipo la parola ‘Reserve’, o ‘Bottle Aged’, che vanno usate solo in certi casi. Ma tutti i vini, magari per poco, sono invecchiati in bottiglia, e tutti fanno parte di una riserva, anche se solo nel magazzino del distributore. Singolare punto di vista. Viene un po’ beccato nei commenti quando parla di ‘Azienda Proprietà di Famiglia’, che dà l’idea di un vino artigianale mentre, almeno negli USA, alcune famiglie possiedono decine di etichette.

Tra i consumatori di vino in Cina, sta prendendo sempre più peso un segmento denominato Developing Drinkers, ossia i Bevitori Sviluppati. Si intende quella parte della nuova generazione cinese con alti stipendi e quindi alta capacità di spesa, che stanno spostando la propria attenzione dai vini di Bordeaux, lasciati come regalo o come accompagnamento di pranzi d’affari, a vini con più alto rapporto qualità-prezzo. L’inchiesta di Wine Intelligence divide in sei gruppi i consumatori cinesi di vino, e così oltre a quelli sviluppati abbiamo i Conoscitori Avventurosi, i Tradizionalisti Cerca-Prestigio, i Nuovi Arrivati, i Sorseggiatori Salutisti e gli Occasionali. Secondo lo studio, i Bevitori Sviluppati rappresentano un quinto delle vendite di tutto il vino importato. E la suddivisione maoista, che fine ha fatto?

 Certo che anche nella Cina i soldi servono, soprattutto ai ricchi. Questo li avvicina ovviamente sempre più alla tendenza mondiale, dimenticando tutte quelle storie sul comunismo ed il libretto rosso. Però, se ci pensate bene, una specie di cooperativa 2.0 esiste ancora, ed è il crowfunding. Bene, in ottemperanza alle dottrine marxiste, la ricca famiglia Yao, produttrice di vini ‘ben’ dal 2011, sta cercando 3 milioni di $ da investire in un centro visite nella Napa Valley ed una sala degustazioni a Shangai, come ci spiega Grape Wall of China. Perciò, se avete qualche soldo da spendere, andate su crowfunding.com e donate qualche € a questi nuovi imprenditori del vino cinese. Hai visto mai che vi regalino una bottiglia?    

Terminiamo con un articolo che parla di vino bevuto, in particolare i vini rosé. Si chiede Jancis Robinson, ma i vini rosati possono essere anche raffinati? L’articolo prende in considerazione alcune etichette, e ci fa chiaramente capire come i rosati stiano diventando, in particolare a Bordeaux, un business di vedute mondiali. La Provenza, storico produttore di ottimi rosé dal caratteristico color salmone, non ha la capacità produttiva dei bordolesi, ed inoltre molti Paesi, tra cui Cile, Argentina ed Australia, si stanno affacciando a questa tipologia di vino. Come vedete, c’è un motivo per cui nei miei ultimi post ho parlato quasi esclusivamente di rosati! 

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