Ho acquistato questo Montepulciano d’Abruzzo da un’azienda giovane, Caprera, che si trova a Pietranico in provincia di Pescara. Uno dei titolari è Luca Paolo Virgilio, e chi frequenta il mondo del vino abruzzese lo conosce per il suo impegno nella conservazione dei sapori e delle tradizioni della sua terra. Con Luca Paolo ci conosciamo da molti anni, e conosco bene il suo amore per la terra e per il lavoro in vigna.

Da qualche anno ha deciso di piantare un vigneto in una zona non certo semplice, ma a Luca Paolo sono sempre piaciute le sfide, e se si vuole capire qualcosa occorre iniziare affrontando tutte le difficoltà. Il 2020 purtroppo ha fermato tutto, quindi non ho potuto andare a vedere la sua cantina, ed il suo vino l’avevo assaggiato solo una volta all’evento Naturale nel 2019; tra l’altro, lui è uno dei promotori storici di questa fiera, che è diventata il punto di riferimento per il mercato abruzzese. Le Vasche della cantina Caprera sono proprio delle vasche in pietra, databili al 1600 ma probabilmente anche più antiche; in queste zone era abitudine pigiare l’uva direttamente all’interno di grandi pietre scavate, le vasche, per l’appunto.

Se volete saperne di più sulla sua visione del vino e di come ha iniziato, potete ascoltare l’episodio del podcast dove l’ho intervistato. Ma veniamo al vino.

Il Montepulciano d’Abruzzo è un vitigno che quando è ben curato offre quei fantastici vini che conosciamo; il 2018 di Luca Paolo sta andando sulla strada giusta. Due ettari scarsi, una produzione ancora limitata, che consente a Caprera di poter capire il proprio vitigno e di farlo conoscere.

Rosso rubino, limpido; al naso si sente la susina e i frutti di bosco, ma pian piano escono aromi più complessi come il melograno ed il rosmarino, mentre sono ancora in sottofondo i profumi terziari e minerali. D’altra parte la vinificazione in acciaio e la gioventù di questo vino non consentono ancora di trovare aromi più profondi. Dà però la sensazione di una evoluzione che nei prossimi anni sarà interessante confrontare con queste note.

Al gusto prevale la morbidezza e la buona, anzi ottima, acidità, che conferma le impressioni di evoluzione potenziale di cui dicevo qui sopra. Molto gradevole al palato, fresco, rilascia i profumi descritti nell’analisi olfattiva. Un finale non lunghissimo, ma pieno di sfumature.

È un vino dal forte potenziale, e vale la pena prenderne un paio di bottiglie, una da bere subito e l’altra da far attendere almeno altri due anni. Fa piacere bere un vino così, fresco e sincero, per accompagnare piatti semplici come strozzapreti al ragù di agnello, o del coniglio al forno e patate aromatizzate con olio al rosmarino.

Un pranzo semplice, insomma, che il Montepulciano d’Abruzzo di Luca Paolo aiuterà a rendere completo. Per acquistarlo potete andare sul loro sito o contattarli direttamente.

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