In effetti il titolo sembra abbastanza strano, visto che fino a una decade fa nessuno avrebbe considerato il vino nel Regno Unito degno di essere menzionato. Le differenti condizioni climatiche però hanno contribuito a rendere questo paese un produttore di vini, soprattutto bollicine.
Annate troppo produttive per il Regno Unito
L’annata particolarmente favorevole ha consentito quest’anno una vendemmia di tutto rispetto, ma non tutta l’uva potrà essere vinificata, visto che le aziende vinicole non sono cresciute con la stessa velocità dei loro vini. È dal 2018 che la Gran Bretagna ha problemi di eccedenza di uve, mentre nel resto d’Europa l’eccedenza è nel vino. La crescita in pochi anni, soprattutto nel Galles, ha portato quasi a raddoppiare la superficie vitata, arrivando a quasi 4000 ettari.
La Brexit ha influito moltissimo nella capacità di crescita delle cantine inglesi, perché la UE sovvenzionava quasi il 40% dei costi delle attrezzature, l’allestimento delle sale di degustazione e tutto quel che ruota attorno alla produzione e alla vendita del vino. Ora questi fondi non ci sono più, e la sostituzione non si è rivelata adeguata a supportare il settore in crescita, considerando anche il sempre maggior apprezzamento degli spumanti inglesi. Una sintesi potete leggerla in questo post.
Chi non ha stipulato contratti d’acquisto fissi non sembra in grado di vendere l’intero raccolto; in UK ci sono molti conferitori di uva ma pochi produttori di vino. Ci sono 800 vigneti, ma solo 200 aziende vinicole. Nel 2022 sono state prodotte 12 milioni di bottiglie, ma le vendite sono scese da 9,3 a 8 milioni di bottiglie. Quest’anno si stimano fino a 10 milioni di bottiglie, con ovvie conseguenze di aumento di giacenze.
Il vino nel Regno Unito in crescita dal 2018
L’eccesso di vino nel Regno Unito è sotto monitoraggio dalla vendemmia del 2018, la prima che superò i 4 milioni di bottiglie, ma lo sviluppo delle infrastrutture vinicole non è andato di pari passo, ed ora in UK stanno affrontando un problema che non sono attrezzati a risolvere. Non è solo un problema di mancanza di fondi, naturalmente, l’impressione è che nemmeno i produttori di Sua Maestà avessero creduto nell’esplosione del mercato dei loro vini. Ed ora che vorrebbero fare qualcosa, i finanziamenti sono pochi, mal distribuiti e di difficile accesso.
Iniziano ad esserci anche problemi di qualità. Nel Sussex sono state prodotte oltre 30 tonnellate di uva, 10 in più rispetto al 2022, a causa dell’aumentato volume dei chicchi nei grappoli. Questo però ha comportato un aumento dei casi di muffa e una diminuzione generale dell’acidità delle uve, il che non è un fattore favorevole per la produzione di spumanti. Probabilmente poco abituati ad affrontare problemi in vigna, quest’anno oltre all’acidità anche i livelli di zuccheri sono più bassi del solito, a causa delle piogge estive.
Insomma, grandi quantità di uva ma di qualità più bassa rispetto agli anni passati, due fattori che rischiano di mettere in crisi il mercato del vino nel Regno Unito. È stata consentita l’aggiunta di acidi, ma solo per i vini spumanti, il che, dicono i produttori, non ha aiutato granché.
Dovremo aspettare la fine di novembre per le stime di WineGB sulle rese e la produzione.
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