Eccoci nuovamente al mercoledì ed alla spumeggiante rubrica che recupera le notizie della settimana più interessanti ripresi dalla mia rivista Wine ’round midnight, l’aggregatore di notizie provenienti dalle mie liste su Twitter.  

Le notizie della settimana

E troviamo subito un interessante articolo su Wine Enthusiast, a firma di Kerin O’Keefe, che si chiede se, nei vini italiani, i 15° di alcool non stiano diventando la normalità. Facendo una statistica sulle bottiglie (vuote) di Barolo e Barbaresco, Kerin si rende conto di come sia cambiato il tenore alcolico nei vini italiani, passando da 13% ad una media di 14.%. Le pratiche di irrigazione forzata sono aumentate, anche per tenere sotto controllo il grado zuccherino delle uve. Argomento interessante, da farci una piccola ricerca in seguito.  

A proposito di alcool, ormai i consumatori americani iniziano a volere vini a basso contenuto di calorie. La maggior parte è generata dal tenore alcolico del vino, però non vogliono perdere i sapori e gli aromi del vino. Come conciliare le due cose? Gli USA ci stupiscono sempre, e così la linea Skinny Vine, nata nel 2013, ha iniziato a produrre vini a basso contenuto calorico, per l’esattezza uno Zinfandel rosato, uno Chardonnay ed un Moscato che, dichiarano loro, ha il 30% di calorie in meno rispetto ai vini convenionali. Poi parlatemi ancora del mercato del vino naturale….

Se volete conoscere un po’ di storia del vino della California, dovete leggere l’articolo su Vins du Monde di questa settimana, dedicato proprio alla Napa Valley. Il post inizia con la famosa degustazione di Parigi all’Intercontinentale nel 1976, quando i vini californiani superarono, in una degustazione alla cieca, pregiati vini francesi. L’articolo però parla anche delle difficoltà avute dalla California del vino, dalla fillossera nel 1873 al proibizionismo del 1920. Utile a chi interessa un po’ di storia del vino.

Si continua su The Drink Business con la annosa domanda: cosa è il terroir, il territorio? Perché i vini sono diversi tra loro? E’ merito dei microbi, dei funghi, della mineralità che, dicono gli americani, non esiste, insomma il territorio deve per forza essere completamente analizzato e, se possibile, riprodotto. Si tirano in ballo i funghi del terreno, è vero, però alla fine qualcuno pare rendersi conto che esistono anche i lieviti. Figuratevi, hanno scoperto che in Borgogna il Pinot Noir sembra diverso anche in funzione dell’annata…

Quando un paio di anni fa alcuni studenti cinesi della Tsinghua University si fermarono a pranzo a Franschhoek nei vigneti di La Motte, in Sudafrica, e si portarono a casa ben 141.000$ di vino, al CIO dell’azienda, Hein Koegelenberg, non sembrò vero. Prendendo la palla al balzo, costituì un consorzio di mercato con Leopard Leap e l’Huguenot e si accordò con Yangzhou Perfect of China per la fornitura di vino. L’obiettivo è vendere almeno il 25% della propria produzione di vino in Cina. Ora dovranno solo stare attenti a chi faranno i regali, visti gli ultimi scandali dei regali accettati dai dirigenti cinesi.

Chiudiamo questa settimana con un bell’articolo sui vini del Friuli su Snooth, a cura di Naomi Laurie. Un buon paragrafo sullo schiopetto, un altro discreto sui vini di Jermann. Era parecchio che non leggevo un buon articolo sui vini friulani, ed anche molto che non ne bevo, così quest’articolo mi dà l’idea per la prossima nota di degustazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.