Ho già parlato di alcune truffe nel mercato del vino in questo blog, ad esempio in questo post. Vediamo alcune di queste come sono finite.

Tornerà nel Regno Unito l’uomo che era fuggito pochi giorni prima di essere condannato per alcune truffe nel mercato del vino. Era inoltre accusato di evasione fiscale di oltre 46 milioni di sterline, da giugno 2008 a marzo 2013.

Evasione fiscale e truffa: Regno Unito

Livio Mazzarello di 62 anni dovrà ripresentarsi davanti al giudice a maggio di quest’anno per l’udienza di confisca dei suoi beni. È stato condannato per aver eluso le tasse su milioni di bottiglie di vino vendute all’ingrosso dalla sua compagnia, la Italian Wine Company di Londra. Le bottiglie vendute sottobanco e in contanti a molti rivenditori del Regno Unito.
Mazzarello aveva intascato quasi 39 milioni di sterline. La polizia britannica ha trovato 350.000 sterline in contanti nascoste nei pannelli del soffitto e 70.000 litri di vino su cui non erano mai state pagate tasse.
Mazzarello è stato arrestato subito, ma non si era presentato al processo, dopo aver inviato un’email al giudice dicendo che doveva far visita alla madre in Italia. Nel frattempo è stato giudicato colpevole nel 2017 e condannato a 14 anni di carcere.

Processo anche in Italia

Grazie alle leggi internazionali il processo è stato ripetuto in Italia. Qui la pena è stata ridotta a soli otto anni da scontare nel carcere di Genova. È stato rilasciato a giugno 2021 dopo aver scontato meno di quattro anni, gli altri quattro li sconterà nella sua casa di Alessandria.
L’udienza inglese per il sequestro dei beni dovrà recuperare almeno una parte delle tasse non versate sui 38 milioni di sterline guadagnate da Mazzarello.
Insieme a lui è stata condannata a tre anni e mezzo anche la sua compagna, Luisa Mbadugha, che gestiva The italian Wine Company. Il procuratore inglese che conduceva l’accusa ha commentato dicendo che in Italia il riciclo di denaro e l’evasione fiscale probabilmente non è così grave come nel Regno Unito.

Etichette false in Catalogna

A novembre dello scorso anno, il tribunale della Catalogna ha emesso la prima sentenza su una truffa nel mercato del vino commessa dall’azienda vinicola Catalunya Reserva de la Tierra. Un anno di indagini della polizia ha mostrato le incoerenze rilevate nell’etichettatura del vino.
Il giudice ha ordinato una cauzione di 65 milioni di euro per sei imputati, più altri 25 milioni di euro di danni. La società spagnola ha avuto ricavi di oltre 14 milioni di euro tra il 2019 e il 2021.
Le indagini sono iniziate a fine 2021, quando tre DO catalane, Montsant, Priorat e Terra Alta avevano denunciato l’azienda vinicola per pratiche di etichettatura fraudolenta. Le indagini hanno scoperto decine di migliaia di etichette di bottiglie contraffatte con false denominazioni durante le perquisizioni e man mano che le indagini proseguivano altre denominazioni si sono unite all’accusa. Aveva dichiarato fallimento ad agosto 2022 e le sue attività sono state rilevate da una nuova cantina, Terra Cellars.
L’azienda certificava piccole quantità di vino delle denominazioni, poi alterava i documenti aumentando notevolmente il numero di bottiglie certificate grazie a varie società controllate. Una tipografia illegale aveva stampato oltre 80 milioni di etichette false usando anche nomi inesistenti. Come in altri casi di truffe nel mercato del vino, le etichette riportavano falsi anni di vendemmia e indicazioni di Gran Riserva false. Erano riportate anche informazioni sull’invecchiamento in botti di rovere, mai avvenuto.
La produzione di questi vini rappresentava il 44% di tutta la produzione della regione della DOC Priorat, e i 12 milioni di bottiglie etichettate come DOC Terra Alta sono 5 milioni in più rispetto al totale di tutte le 50 cantine della denominazione.

Le cinque DO interessate hanno confermato che la portata del caso non aveva precedenti. L’hanno perseguita nella massima misura possibile per assicurarsi che i consumatori continuino ad avere fiducia nelle rispettive istituzioni.
Dopo il fallimento le attività della cantina Reserva de la Tierra sono state acquisite da Sherpa Capital e il presidente della DOC Tarragona ha dichiarato che tutti i marchi registrati sono stati annullati e che le richieste della nuova cantina, Terra Cellars, saranno prese in considerazione molto attentamente.
Il sito web Vinassos, che si occupa di vino locale ha scoperto che l’azienda continuava a vendere vini con il marchio “Elegido”, anche se senza alcuna certificazione DO.

La Francia interessata dalle truffe nel mercato del vino

Nel 2022 un tribunale di Bordeaux ha iniziato a indagare su un caso di frod e falsificazione di documenti di 4 milioni di bottiglie di vino francese che in realtà provenivano dalla Spagna. I sospettati sono stati accusati a ottobre del 2022 di truffa e frode.
Secondo gli inquirenti si stima che in totale si tratti di oltre 34mila ettolitri di vino, circa 4 milioni e mezzo di bottiglie etichettate falsamente come vino francese.
Il vino veniva acquistato in Spagna e trasportato in Francia usando oltre 130 camion cisterna, poi veniva imbottigliato ed etichettato con varie denominazioni di Bordeaux. Secondo gli avvocati della Federazione dei Grandi Vini di Bordeaux si tratterebbe della più grande frode ai loro danni mai vista finora.
La frode era iniziata nel 2013, un anno in cui le notti calde e le muffe avevano ridotto molto la produzione locale. È continuata fino al 2016, alcune cantine di Bordeaux non erano estranee alla vicenda, vedendo in questo sistema un modo per aumentare il numero di bottiglie vendute a fronte della diminuzione di produzione.
A gennaio il tribunale giudiziario di Bordeaux ha condannato cinque persone, con una sanzione di 670mila euro. Le multe e altri oneri portano il totale a superare il milione di euro. Uno degli imputati è stato condannato a due anni di reclusione ed un altro a 20 mesi, con riduzione alla metà della pena da scontare agli arresti domiciliari.

Sequestro di false Penfolds in Cina

E finiamo questa carrellata di frodi e truffe nel mercato del vino con una notizia che riguarda la Cina. A marzo dello scorso anno la polizia cinese ha sequestrato oltre 8000 bottiglie di Penfolds contraffatte. Sono state scoperte grazie ai sistemi anticontraffazione messi in atto dalla cantina produttrice, l’australiana Treasury Wine Estates.

La polizia ha fatto irruzione in una vera e propria fabbrica di falsi nella provincia di Jiangsu, di vini Penfolds e di altri articoli, confezioni per l’export e loghi falsi. Sono state arrestate sei persone. Penfolds è un marchio molto apprezzato in Cina, nonostante le importazioni diminuite negli ultimi due anni a causa dei dazi del governo di Pechino alle merci australiane. È anche uno dei marchi più falsificati al mondo, insieme al Romanée-Conti francese. La difficoltà di reperire il vino australiano ha naturalmente attirato i collezionisti, che hanno quindi aumentato le loro offerte. Il vino era diventato ancora più raro, e ovviamente questo fa il gioco dei truffatori. Le indagini sono state relativamente veloci grazie alla collaborazione degli esperti della Treasury Wine Estate che hanno aiutato gli inquirenti cinesi a identificare le bottiglie false.

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