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Tannico e il Tignanello: la vicenda della bottiglia

tannico e il tignanello

La notizia sta girando già da un po’ di giorni, la vicenda di Tannico e il Tignanello falsificato sta facendo parecchio rumore. Tannico in tutto questo non ha colpe o dolo, ma resta il fatto che ha venduto inconsapevolmente un vino contraffatto.

Cosa è successo tra Tannico e il Tignanello

Quanto accaduto potete leggerlo sulla pagina social di Tannico; nel post viene sponsorizzato l’acquisto del Tignanello, che nella classifica di Wine Spectator delle Top 100 Cellar Selection raggiunge il primo posto. Poco da dire, i vini di Antinori e soprattutto questo sono sempre ai primi posti di ogni tipo di classifica. Nei commenti compare quello di un cliente di Tannico che afferma di aver fatto l’acquisto per poi accorgersi che la bottiglia, un Tignanello 2001, era contraffatta.

Nel senso che era palesemente una falsa bottiglia, visto che la dimensione dell’etichetta era diversa dal solito. Il cliente quindi contatta anche Antinori che conferma che la bottiglia non è la loro. Tannico prima risponde quasi di default, dicendo che si riprenderanno la bottiglia, ma poi i commenti seguenti spiegano meglio la questione. In uno di questi, la stessa Tannico conferma che quella era l’unica bottiglia venduta di un lotto acquistato precedentemente; inoltre sottolinea che hanno subito provveduto, insieme ad Antinori, a sporgere denuncia ai NAS. Lo stesso ha fatto il cliente che ha comprato la bottiglia incriminata.

Come sono andate le cose lo spiega lo stesso CEO di Tannico, Marco Magnocavallo in un’intervista a WineMag. Hanno acquistato il vino da un collezionista privato che, a sua volta, le aveva comprate da un amico.

La faccenda insomma è seria per molti motivi. Il primo è un cliente che ha speso sicuramente una somma importante per avere un falso. Il secondo è Tannico che deve fronteggiare un problema di importanza fondamentale, ossia il reperimento di bottiglie di alto pregio. Il terzo, la facilità con cui queste bottiglie, quelle contraffatte, girano per venditori e aste internazionali. La vicenda Kurniawan credo vi ricordi qualcosa.

E poi Sassicaia, Brunello, Chianti….

Sempre di questi giorni è la notizia delle indagini dei NAS su una partita di vini importanti come Chianti, Sassicaia e Brunello di Montalcino. In sintesi, come spiega La Nazione, venivano venduti semplici vini rossi ad un importatore cinese in bottiglie prive di etichetta frontale, ma solo con la retroetichetta. A Chendu venivano apposte le etichette false e le bottiglie venivano poi rivendute online.

Questi sono solo due degli ultimi casi, e Tannico può mettersi in compagnia di quelle case d’asta importanti che nel corso degli anni sono state inconsapevolmente partecipi di smerciare bottiglie contraffatte.

Sembra proprio che sia davvero semplice vendere vino falso, o meglio bottiglie contraffatte; spesso anche gli stessi collezionisti non sono in grado di capire dalla sola forma dell’etichetta o del tappo se il vino che hanno in cantina sia vero oppure no.

I sistemi per tracciare le bottiglie ci sono, senza bisogno di andare verso la blockchain naturalmente; la maggior parte dei produttori sta già adottando le misure per prevenire falsificazioni dei loro vini. Il problema sono le annate più vecchie e ancora in circolazione, spesso vendute e ricomprate per collezioni private o semplicemente per farci su un po’ di soldi. Il vino di alto pregio è una forma di investimento, ad un certo punto qualcuno inizia a realizzare.

Il wine investigator

Ed è in quel momento che entrano in gioco i truffatori, sfruttando una maggior richiesta di vini di fascia alta ed immettendo in giro bottiglie falsificate. A mio avviso è arrivato il momento per i grandi portali specializzati nella vendita di vino di dotarsi di meccanismi interni e di conoscenze specifiche per evitare nuovamente questi problemi. Naturalmente mettere in piedi un processo di controllo ha dei costi, così come dotarsi del giusto know-how.

Io trovo, da semplice wine lover, che la responsabilità di Tannico, e di un qualunque venditore in genere, sia quella di non aver effettuato controlli su una partita di bottiglie di questo tipo. Sul sito di Tannico trovate il Tignanello 2001 ad un costo di 175€; sicuramente quelle bottiglie sono state tutte verificate. Il disclaimer spiega come vengono acquistate:

Condizioni di vendita
Questa bottiglia proviene da collezioni di privati, da ristoranti, enoteche o da commercianti di vini rari. Prima della messa in vendita è stata controllata dal Team di Tannico. Non possiamo però garantire che a distanza di tanti anni il vino sia ancora perfettamente conservato. Tannico garantisce che le condizioni della bottiglia sono esattamente come da descrizione e fotografia presente nella pagina del prodotto. La vendita di questa bottiglia è quindi soggetta alla clausola “come visto e piaciuto”.

Come spiegava tempo fa Maureen Downey, founder e proprietaria di WineFraud.com, agenzia investigativa specializzata nelle falsificazioni dei vini, probabilmente il 20% del vino di alta fascia in circolazione è contraffatto.

Il controllo della filiera dei fine wines

La vicenda di Tannico e il Tignanello è ora in mano ai NAS, sia loro che Antinori sono completamente a disposizione per le indagini. Insieme al cliente che ha comprato il falso vino, sono parti lese. Ed i problema, come potete leggere nei post che ho citato, non è solo del commercio online.

Dalle aste di collezioni private a negozi che pensano ingenuamente di fare un buon affare acquistando vini d’annata, è fin troppo facile truffare il consumatore. Il vino è un prodotto che, a certi livelli, richiede competenze che non tutti hanno. Considerate che anche Kurniawan fu smascherato per caso e che è stato necessario l’intervento dell’FBI. La tecnologia può aiutare, naturalmente, ma come ho detto, questo vale solo per le bottiglie degli ultimi cinque o sei anni. Vini anche relativamente nuovi come un Tignanello 2001 possono circolare liberamente senza alcun controllo di autenticità.

Certo Tannico e il Tignanello diventeranno un caso di scuola, e per un po’ ci saranno controlli stringenti anche nelle altre piattaforme online nei confronti dei loro fornitori.

Ma a quanto pare è sempre troppo semplice, con il vino, prendere fischi per fiaschi.

2 pensieri su “Tannico e il Tignanello: la vicenda della bottiglia

  1. Certo, i falsi possono capitare anche alle aste, benche sia molto piu difficile perche ci sono fior fior di periti. Poi dipende anche dalla casa d’aste. Nel mondo del vino di fatto ce ne sono poche specializzate (Sotheby’s, Pandolfini, Bolaffi tanto per citarne alcune). Per la verita non so di tanti casi di falsi a questi livelli e le poche volte che capitano questi emergono ben prima che il lotto sia battuto e quindi sono ininfluenti. Se hai articoli di false bottiglie battute all’asta a questi livelli mi fai un favore se me li segnali. Mi ero accorto che tannico ci prova. Le frasi a effetto degli sconti non rispondono al vero i fatti allorche entri x fare acquisti non trovi lo sconto promozionale o non trovi le bottiglie promozionate. In realta ti cattura con l i fanno. Tipico del fdp

    1. La vicenda di Rudy Kurniawan è ben nota, anche se risalente a 10 anni fa, e proprio durante le aste venivano venduti i vini falsificati da lui. Per quel che riguarda la policy degli sconti non era argomento del post.

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