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Vini da collezionisti per aste milionarie

vini pregiati

Non è una novità che i vini siano un bene rifugio come i quadri o i libri antichi, ed i collezionisti di vini pregiati affollano le aste quando viene messa all’incanto una collezione pregiata.

Vino da centinaia di migliaia di dollari

Lo è stata ad esempio l’asta di Hong Kong a marzo del 2019, gestita da Sotheby’s, dove la collezione denominata Transcendent Collection è stata venduta per un totale di 30 milioni di $, più altri 5 ottenuti con altre aste l’ultimo giorno. Il venditore è voluto restare anonimo.

La collezione comprendeva, tra gli altri lotti, tre casse (12 bottiglie) di Romanée-Conti del 1990, vendute per 347.520$ l’una, una cassa di Romanée-Conti del 1985 vendute a 300.131$ l’una, più tre casse di Chateau Mouton Rothschild del 1945 per la cifra di 252.742$ ognuna. Nei tre giorni, Sotheby’s ha aggiudicato 2704 lotti di vino, per un totale di 16.889 bottiglie. Anche il vino italiano era rappresentato in questa collezione, quasi tutto Barbaresco di Gaja di varie annate dal 1985 al 1990 ed una cassa di Barbaresco di Bruno Giacosa.

La vendita della Transcendent Collection è stata la seconda più alta nella storia di Sotheby’s, dopo l’asta a New York della cantina privata di Henri Jayer di giugno 2018, per un totale di 34,5 milioni di $.

Nella stessa serata hanno superato per ben due volte il record di prezzo per singola bottiglia; una coppia di bottiglie di Romanée-Conti 1945 ha realizzato 496.000$ la prima e 558.000$ la seconda. Subito dopo il record è andato ad una singola bottiglia di Macallan 1926 per 843.200$.

In questa classifica, terza vendita è la collezione di Bill Koch per 21,9 milioni di $, lo stesso collezionista truffato una decina di anni fa dai vini contraffatti di Rudy Kurniawan.

Nuova asta di vini pregiati a settembre

A settembre Sotheby’s potrebbe replicare, in un’asta a New York celebrativa dei 25 anni di attività della filiale di NY; andrà all’asta la collezione Magnolia, anche qui il venditore è anonimo; quel che si sa, è che è un ‘gentiluomo del sud’, qualunque cosa voglia dire, conoscitore ed amante del vino e del buon vivere, con molte attività industriali al suo attivo. 

Ci saranno 656 lotti, in massima parte di Bordeaux e Borgogna tra cui casse di Haut-Brion 1989, Margaux 1990, Pontet Canet 1990, Lafleur 1986, La Mission Haut-Brion 1982; ci saranno anche bottiglie sparse di Clos Saint-Denis 2002 del Domain Dujac, il Cros Parantoux 1990 di Emmanuel Rouget e un Bonnes Mares 1990 da Georges Roumier.

A sentire gli esperti, si sta aprendo un buon periodo per i collezionisti di vino: in genere la moneta base di queste collezioni di vino è la sterlina inglese, e la sua debolezza unita alle incertezze della Brexit, favoriscono l’acquisto e spingono i collezionisti a vendere le proprie cantine. 

Le truffe alle aste dei vini

Con tutti questi soldi che girano, il rischio di incontrare truffatori ed imbattersi in bottiglie contraffatte è sempre presente. Non dimentichiamo la storia di Rudy Kurniawan, che proprio alle aste fece la sua fortuna di truffatore. Durante l’asta di maggio di Baghera Wines di Ginevra, l’avvocato Don Cornwell ha affermato su un forum specializzato che probabilmente 19 lotti di Domain Romanée-Conti fossero contraffatti. Per prima cosa, c’erano alcune irregolarità sulla loro provenienza, visto che mentre Baghera Wines affermava che provenissero da una singola collezione, alcuni documenti provavano che le collezioni erano almeno due. C’erano inoltre altre evidenze che facevano pensare a bottiglie contraffatte, come alcune irregolarità nelle etichette, dove alcuni particolari non corrispondevano a quelli reali. 

L’avvocato ha scoperto che in realtà parte delle bottiglie proveniva dal fondo vinicolo lussemburghese Nobles Crus; erano presenti molte bottiglie di DRC non autenticate, ed il fondo aveva smesso la propria attività nel 2013. Tra le bottiglie completamente false, c’era un Rousseau Grand Chambertin Vieux Plants del 1919; la stessa casa vinicola aveva confermato di non aver posseduto il vigneto se non dopo il 1920.

Un’altra bottiglia del 1969 di Rousseau Charmes Chambertin è stata immediatamente identificata come una bottiglia di Rudy Kurniawan a causa di un’etichetta decentrata rossa e nera con numeri errati, un segno distintivo delle malfatte contraffazioni del truffatore indonesiano.

Photo by Marvin L on Unsplash

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